Mozart e il Re Pastore Il sovrano fa politica

Venerdì 15 Febbraio 2019
LO SPETTACOLO
Il re pastore, raro e prezioso lavoro teatrale di Mozart, va in scena oggi al Teatro La Fenice in un nuovo allestimento con la regia di Alessio Pizzech, le scene di Davide Amadei, i costumi di Carla Ricotti, il light design di Claudio Schmid, e la direzione musicale di Federico Maria Sardelli. Lo spettacolo, con sopratitoli in italiano e in inglese sarà replicato domenica 17 alle 15.30, giovedì 21 febbraio alle 19, sabato 23 alle 15.30 e mercoledì 27 alle 19.
Dramma per musica in due atti su libretto di Pietro Metastasio, Il re pastore fu cmposto su commissione dell'arcivescovo Colloredo per celebrare la visita a Salisburgo dell'arciduca Massimiliano nel 1775. Vi si racconta di Alessandro Magno e della sua magnanima decisione, dopo la liberazione del regno di Sidone dal tiranno Stratone, di non mantenerne il dominio, ma di ristabilire su quel trono il legittimo erede, ovvero Aminta, il quale, all'oscuro delle sue vere origini, vive da pastore. Non manca l'intreccio amoroso: Aminta fa coppia con la nobile Elisa, Agenore, amico e confidente di Alessandro, con la principessa fuggitiva Tamiri, figlia dell'usurpatore. Immancabile il lieto fine, con la gioia degli innamorati e dell'illuminato Alessandro, che auspica lunga felicità al re pastore.
DEBUTTO VENEZIANO
Per il regista Alessio Pizzech, questo è il debutto alla Fenice. «Ho pensato a uno spettacolo legato alla contemporaneità: non cito fatti di cronaca, ma cerco di far riflettere su ciò che ci accade intorno. Aminta rappresenta l'elaborazione di un potere democratico. Diventa sovrano conservando però la sua dimensione di pastore, mantenendo integra la sua interiorità. Lo scontro tra potere e sentimenti non significa abdicare alla propria dimensione umana. Si tratta di una concezione della politica più elaborata e complessa rispetto a quanto avviene oggi». Anche dal punto di vista scenico i dubbi di Aminta trovano una loro precisa resa visiva. «Per i due atti spiega ancora Pizzech ho ideato due spazi opposti. Dapprima il protagonista si trova in un luogo apparentemente inospitale, un deserto in cui è arrivato con un autobus che è diventato la sua casa. Poi, per educarlo al suo ruolo regale, Aminta viene portato in un bellissimo giardino, che però per lui è di fatto una prigione. Alla fine, tutto poi si armonizza. Il re pastore sarà un nuovo tipo di sovrano, autorevole e non autoritario, che non rinuncia alla sua dimensione di pastore. Una figura di politico, dunque, che s'interroga, dialoga con se stesso e non rimuove il suo passato.
VALORE POLITICO
Le decisioni che prende gli costano fatica, perché gestire il potere non è facile né deve esserlo. Aminta diviene progressivamente cosciente che dalla propria felicità dipende anche quella degli altri. Siamo perciò di fronte a un nuovo potere, complesso e non più assoluto come quello incarnato da Alessandro: dietro il monarca spunta l'uomo». Alla Fenice, la compagnia di canto vedrà impegnati Juan Francisco Gatell nel ruolo di Alessandro, re di Macedonia, Alessandro; Roberta Mameli come Aminta, il re pastore; Elisabeth Breuer quale Elisa, nobile ninfa di Fenicia, e Silvia Frigato nella parte della principessa fuggitiva Tamiri. Francisco Fernández-Rueda sarà invece Agenore, l'amico e confidente di Alessandro Magno. E ancora: maestro al cembalo e continuo Roberta Paroletti; violoncello continuo Alessandro Zanardi.
Mario Merigo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci