Minaccia la moglie che vuole il divorzio Braccialetto elettronico al marito

Venerdì 20 Ottobre 2017
Minaccia la moglie che vuole il divorzio Braccialetto elettronico al marito
TRIBUNALE
VENEZIA Si trova in regime di custodia cautelare dallo scorso agosto, quando fu arrestato con l'accusa di stalking ai danni della moglie, alla quale avrebbe puntato un coltello alla gola, minacciandola di morte, perché aveva deciso di chiedere il divorzio dopo molti anni trascorsi assieme a lui in un matrimonio con tre figli.
RITO ABBREVIATO
Un sessantaseienne di Mestre è comparso ieri mattina di fronte al giudice per l'udienza preliminare di Venezia, Massimo Vicinanza, il quale lo ha condannato ad un anno e quattro mesi di reclusione, a conclusione di un processo celebrato con rito abbreviato. All'uomo, che si trova ancora agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico (dopo aver trascorso 40 giorni in carcere) non è stata concessa la sospensione condizionale della pena. Il sostituto procuratore che ha coordinato le indagini, Patrizia Ciccarese, aveva concluso la sua requisitoria sollecitando una condanna ben più pesante: due anni e otto mesi di carcere. Ma il giudice, accogliendo le istanze dei difensori dell'imputato, gli avvocati Bruno Auricchio e Stefania Pattarello, ha dichiarato il non doversi procedere per una parte delle accuse, in quanto la donna ha nel frattempo rimesso la querela perché i rapporti con il coniuge si sono in apparenza rasserenati. Il sessantaseienne è stato condannato in relazione agli episodi perseguibili d'ufficio, e dunque quella minaccia che, secondo l'accusa, è avvenuta con un coltello da cucina, mentre l'uomo aveva afferrato per il collo la moglie con una mano.
LA DIFESA
Nel corso del processo di ieri la difesa ha cercato di dimostrare che, da parte dell'imputato, non vi era alcuna effettiva intenzione di fare del male alla donna: nel momento della sua reazione inconsulta, aveva in mano un coltello perché stava preparando qualcosa in cucina. Non aveva alcuna intenzione di ferire o uccidere la donna.
LE MINACCE
Ma il gup ha ritenuto il sessantaseienne responsabile del reato a lui addebitato, evidentemente anche sulla base di messaggi e telefonate nelle quali, non rassegnandosi alla decisione della moglie di porre fine al lungo matrimonio, le rivolse minacce, augurandole la morte. Cosa che ha fatto anche in una lettera che le ha inviato dal carcere, nella quale esprimeva la speranza che un brutto male potesse fargliela pagare.
Secondo quanto contestato nel capo d'imputazione, gli atteggiamenti persecutori messi in atto dall'uomo nei confronti della moglie proseguirono per alcuni mesi, dalla primavera all'estate scorse, fino all'arresto disposto dal gip Alberto Scaramuzza dopo l'episodio del coltello. La difesa attende il deposito delle motivazioni della sentenza per presentare appello.
Gianluca Amadori
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