«Mercato ittico, assoluzione dopo otto anni di inferno»

Domenica 26 Giugno 2016
«Ora che è arrivata l'assoluzione mi sento meglio, più leggero: ho aspettato questo momento per otto anni!»
Roberto Silotto, 62 anni, da 36 alla presidenza della Coperativa braccianti del Mercato ittico del Tronchetto, è tornato a sorridere dopo la sentenza con cui il Tribunale di Venezia ha chiuso, per mancanza di prove, il processo nei suoi confronti e di altri venti braccianti, accusati di estorsione nei confronti di alcuni clienti del mercato che, secondo la Procura, erano stati obbligati a regalare del pesce pur di essere serviti con una corsia preferenziale.
«Finire in questa inchiesta è stato un inferno - spiega Silotto - Nel 2008 la Procura aveva anche chiesto il nostro arresto, ma fortunatamente il gup rigettò l'istanza; ora abbiamo potuto festeggiare l'assoluzione invitando a cena i nostri avvocati. Ma è stata dura: non sai mai come può andare a finire».
La Procura aveva sollecitato condanne pesanti, comprese tra due e cinque anni di reclusione. «Quando la Finanza arrivò a perquisire la mia abitazione, nel 2008, pensai di essere finito in un film: mi chiesero se avevo armi, come se fossi Totò Riina...»
Il solo dibattimento è durato quasi quattro anni, necessari per ascoltare investigatori e testimoni. «Siamo riusciti spiegare che non vi era stata alcuna estorsione - spiega Silotto, tirando un sospiro di sollievo - Non è facile, per chi non ha mai messo piede in un mercato ittico, capire come funziona il lavoro: ogni giorno arrivano 350 clienti e 25 braccianti devono servirli in meno di due ore, tra le 5 e le 7 del mattino. Da contratto dovrebbero soltanto portare la merce all'esterno, su un carrello. Ma, poiché molti arrivano da soli, i braccianti li aiutano a caricare il furgone, a sistemare la merce. Il tutto in velocità, per consentire di tornare al più presto ai rispettivi negozi. Per riconoscenza, viene regalato loro del pesce. Tutto qui. È una consuetudine che prosegue ancora. Nessuno si è mai lamentato. Le persone sentite dalla Guardia di Finanza si sono poi scusate con noi, spiegando di non aver avuto l'intenzione di scatenare tutto ciò che poi è accaduto. E, nonostante l'inchiesta, la Cooperativa ha continuato a svolgere il servizio all'interno del mercato».
Il presidente dei bracciati ricorda le notti insonni e i brutti periodi trascorsi: «All'inizio, dopo i titoli sui giornali, mi vergognavo ad uscire di casa. Ma, per fortuna, ho tanti amici che mi sono stati vicini, tante persone che mi conoscono e sapevano che non ho fatto nulla di male. E alla fine il Tribunale lo ha riconosciuto».
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