Maxi-affissioni, tutto in mano a una società

Mercoledì 23 Agosto 2017
Maxi-affissioni, tutto in mano a una società
C'è una società internazionale specializzata che si preoccupa di trovare la pubblicità, con cui poi pagare il restauro del monumento impacchettato. Il mercato delle maxi-affissioni sui ponteggi, a Venezia, funziona così. E a gestire gli spazi della chiesa della Pietà - quella criticata da Marco Zanetti nella sua lettera aperta dell'altro giorno - è sempre la Remedia international limited, società di Malta, che a suo tempo si occupò, per conto della Soprintendenza, anche delle criticatissime maxi-affissioni di Piazza San Marco. Fino al 2013, quando fu la stessa Soprintendenza a scindere il contratto.
Va detto che in questi anni il volume di questi spazi pubblicitari è notevolmente diminuito. Forse in laguna ci sono meno restauri d'impatto pubblicitario. Di certo, dopo tanti anni di crisi, anche la pubblicità scarseggia. La Piazza, ad esempio, dopo tanti di lavori in corso, è pulita. E l'unico ponteggio delle Procuratie Nuove immacolato. «Noi abbiamo solo le affissioni relative a musei e mostre, sempre concordate con la Soprintendenza - spiega la direttrice della Fondazione musei civici, Gabriella Belli - Non ci sono state affissioni pubblicitarie negli ultimi anni, da quando sono qui. Meglio vedere tutto pulito. Certo il rapporto con il privato è sempre delicato».
Le maxi-affissioni superstiti campeggiano in campo San Bortolo, per finanziare il restauro della chiesa. O ancora agli Scalzi e alla Pietà, appunto. Ma anche in questo caso, non c'è più l'occupazione totale di un tempo. Le aziende, al risparmio, preferiscono acquistare gli spazi per periodi più brevi. Proprio nel caso della Pietà, prima della pubblicità di Max Mara, dall'8 al 28 agosto, il telone è rimasto a lungo bianco. E ci saranno altri momenti di buco prossimamente, tant'è che a settembre il telone bianco sarà sostituito con una riproduzione fotografica a grandezza naturale della chiesa, con il logo dell'Istituto della Pietà. Un modo per rendere più gradevole un ponteggio destinato a restare fino al 2019, in tutto sei anni, in virtù della convenzione siglata dall'Istituto con la Remedia international limited e la Gerso restauro opere d'arte srl. Sei anni in cui dovrà essere recuperato il milione e mezzo di euro necessario al restauro della chiesa con le sue opere d'arte.
«Abbiamo un contratto con la società che paga il restauro - spiega la presidente dell'istituto Maria Laura Faccini - Così continuiamo a destinare i nostri soldi alla missione dell'Istituto, che è di tipo sociale. Ormai da diversi anni, però, le aziende non investono più tantissimo in queste pubblicità e il restauro rischia di andare a rilento». Un punto sullo stato dei restauri sarà fatto a breve. Intanto la presidente difende la bontà della scelta. «Se tutti quelli che oggi criticano, mi dessero un'alternativa per finanziare i restauri, io toglierei immediatamente la pubblicità» ribadisce Faccini, che sottolinea come la pubblicità sia attentamente vagliata prima di finire sulla facciata della chiesa, in prima istanza dalla stessa presidente dell'Istituto, quindi dalla Soprintendenza per il via libera definitivo. «Posso bocciare i bozzetti o chiedere delle variazioni - spiega - Ed è successo, già un paio di volte. Una compagnia aerea, ad esempio, voleva un'immagine con, in primo piano, il sedere di una ragazza su un motorino. L'abbiamo fatta cambiare».
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci