Manifesti d'arte tra magia e realtà

Martedì 24 Ottobre 2017
ESPOSIZIONE
Il Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso (l'unico in Italia dedicato al manifesto pubblicitario) ha inaugurato, col titolo Tra le due guerre, la seconda mostra quadrimestrale della serie Illustri persuasioni, dopo quella dedicata alla Belle Époque. Centotrentadue sono le opere esposte, di una ventina di autori, italiani e d'oltralpe, tratte dalle circa 25mila della raccolta, ereditata dallo Stato nel 1962, per lascito testamentario del trevigiano Ferdinando Salce (1878-1962).
COLLEZIONE SALCE
Nando, come tutti lo chiamavano, ricco di famiglia, era vissuto e così si era iscritto nei registri comunali da benestante. Nel testamento prescriveva che l'intera collezione fosse destinata a scuole e accademie preferibilmente locali o del Veneto, a studio e conoscenza di studenti, praticanti e amatori delle arti grafiche.
La rassegna che rimarrà aperta fino al 14 gennaio 2018 occupa le tre sale espositive del Museo (che portano i nomi di Marcello Dudovich, Eriberto Carboni e Franco Grignani pubblicitari di fama), in cui le opere sono suddivise per sezioni, a seconda degli argomenti trattati: nella prima, Tra Avanguardia e Realismo magico e Stile '25: grafica e illustrazione, nella seconda Il personaggio-idea e Il pugno nell'occhio, nella terza Basta un sorriso; è così che si conclude la mostra.
I MANIFESTI
L'immagine simbolica è il poster (opera di Gino Boccasile) che pubblicizzava un dentifricio in cui c'era un motto dilagato in tutta Italia: A dir le mie virtù basta un sorriso. Nel percorso della visita si passa dalle citazioni in stile futurista dei pittori Fortunato Depero ed Enrico Prampolini (pubblicitari d'occasione) agli argomenti della propaganda fascista (per esempio sulla salute pubblica o per eventi speciali) e alle sperimentazioni di tecniche grafiche in continuo sviluppo, concentrate sull'uso della fotografia, dei fotomontaggi, del cinema - che nel 1928 diventava sonoro - e della televisione, già in voga negli anni Trenta negli USA e in Gran Bretagna, ma in Italia solo dal 1954).
LE PUBBLICITÀ
Sembra estraneo a tutto ciò il logo della mostra, che pubblicizzava il Bouillon Kub - un dado da brodo - rappresentando frontalmente una testa di bue grigio-nera in campo giallo; l'immagine risponde invece ai due temi di questa sezione, il personaggio-idea (impersonato dal bovino quale protagonista) e il pugno nell'occhio percepito dal visitatore per la forza della composizione. L'autore era quel Leonetto Cappiello diventato celebre negli anni 1937-'38 per le sue procaci Signorine Grandi Firme, sempre vestite in abiti attillatissimi, pubblicate nella rivista Grandi Firme, il settimanale di novelle dei massimi scrittori diretto da Dino Segre; in arte, quale autore di romanzi e racconti piccanti, l'ormai sorpassato Pitigrilli.
Ennio Pouchard
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