Madre e figlia sfrattate dal Cavanis La replica: «Ci devono ventimila euro»

Sabato 21 Gennaio 2017
(t.card.) È iniziato, ieri mattina, l'iter giudiziario che porterà al primo accesso dell'ufficiale giudiziario per dare lo sfratto ad una famiglia che abita in campo Sant'Agnese, al civico 811 di Dorsoduro. Particolare la proprietà, dal momento che l'ingiunzione ad andarsene proviene dall'istituto Cavanis, congregazione delle Scuole di Carità.
La vicenda viene raccontata da Claudia Scarpa, figlia di Ileana Manfren, 60 anni, destinataria del provvedimento giudiziario. «Abitiamo in questa casa da 25 anni afferma Claudia mio padre Sandro pagava mille euro al mese all'istituzione Cavanis, ma non abbiamo mai trovato alcuna ricevuta: anzi, ricordo benissimo quando lo accompagnavo a consegnare la busta dei soldi in segreteria. Poi papà è morto e ci siamo trovate sole io e mia madre. Dapprima abbiamo tentato di far fronte ai mille euro, poi, anche perché ho perso il lavoro da commessa, abbiamo ridotto la cifra fino a non poter pagare più nulla. Viviamo con i 501 euro di pensione di reversibilità della mamma».
«Accanto al provvedimento di sfratto - continua Claudia - veniamo sottoposte a pressioni da parte dei Cavanis, come la lettera pervenutaci dall'economo dell'istituto, che ci intima di lasciare la casa libera entro 15 giorni e di pagare 20 mila euro. Questo vecchio appartamento era stato restaurato da mio padre e da mio zio, per circa 100 milioni di lire». Della vicenda si stanno occupando l'ex consigliere di municipalità Franco Vianello ed i gruppi Venessia.com e l'Assemblea sociale per la casa, ieri presenti nel dare sostegno alla famiglia. «Alla Manfren abbiamo proposto un'abitazione più piccola in terraferma - ha replicato l'avvocato Michele Maturi, per parte Cavanis - E la signora è già morosa per 20mila euro, vivendo in due in appartamento di 140 metri quadri».
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