La Ue impone all'Italia la creazione di un fondo

Mercoledì 29 Marzo 2017
La Ue impone all'Italia la creazione di un fondo
Sono da poco trascorsi dieci anni da quel maledetto 22 marzo del 2007. Giampaolo Granzo quella mattina venne ritrovato nel suo magazzino di campiello Augusto Picutti, dietro Rio Terà San Leonardo, senza vita, con la testa fracassata e i piedi e le mani legate: fu un'esecuzione. Faceva il fruttivendolo da una vita Paolo, prima come garzone poi come titolare della licenza, sempre là, nello stesso punto, nello stesso banco di frutta e verdura davanti alla polleria e a campo San Leonardo. Granzo era sposato con Romina, avevano già due figli e una terza in arrivo. Oggi, quella bimba ha 10 anni. E' nata pochi giorni dopo la sua morte ed ha lo stesso nome del papà che non ha mai conosciuto. Per l'omicidio del fruttivendolo veneziano la squadra mobile della Questura di Venezia arrestò un uomo, un moldavo, Gheorge Vacaru. La Corte d'Appello di Venezia, dopo la sentenza di primo grado che aveva inflitto una pena di 18 anni con rito abbreviato, ha condannato il moldavo a 30 anni di carcere. Pena che sta scontando nel suo Paese. Il tribunale ha stabilito anche un risarcimento per le parti civili: la moglie, i figli e la suocera. In tutto 600mila euro. Soldi che la famiglia di Granzo, però, non ha mai visto perché Vacaru risulta nullatenente. Una storia come tante altre quella di Romina finita lunedì scorso anche in un servizio delle Iene che ha raccontato l'esperienza di alcune vittime di azioni violente e dei loro familiari che non hanno mai ottenuto alcun risarcimento dai loro carnefici perché, come Vacaru, nullatenenti. A Romina Vianello, come a tanti altri familiari e stesse vittime, però, lo Stato dovrebbe dare quei soldi o almeno una parte, lo prevede una direttiva europea del 2004 che ha imposto agli stati membri la creazione di un fondo. Quel fondo, però dopo 13 anni non è ancora attivo e l'Italia ha subito già due richiami dall'Unione Europea. Le vittime, due settimane fa, hanno deciso di unirsi e muoversi da sole ed hanno creato l'Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime che oltre a fornire assistenza legale e psicologica, si prefigge di presentare disegni di legge e proposte istituzionali per garantire alle vittime la giustizia che finora non hanno avuto. Il gruppo è coordinato dall'avvocato Elisabetta Aldrovandi e dalla Presidente Federica Pagani Raccagni la coordinatrice. «Ho aderito anche io e abbiamo una riunione il 7 aprile racconta Romina Vianello Abbiamo capito che forse è l'unica strada per ottenere qualcosa e ci siamo affidati ad un avvocato molto competente in materia che ci sta aiutando. Ho perso mio marito 10 anni fa, ero incinta, figlia che non ha mai conosciuto il papà ed ho altri due figli che sto crescendo da sola. Oggi il più grande ha 21 anni, la seconda 18. Vivo con l'affitto del banco di frutta e verdura ma i soldi non bastano. Ho bisogno di una casa. Ho accumulato tanti debiti. Quei 600mila euro sarebbero la soluzione. Non per me ma per le mie tre creature». Nel servizio delle Iene ha parlato il capo dell'ufficio legislativo del Ministero di Grazia e Giustizia che ha spiegato come l'istituzione del fondo avverrà a giorni. Per ora sarà solo di 2milioni e 600mila euro annui a causa dei pochi soldi in cassa dello Stato. In progetto, però, entro l'anno c'è l'implementazione della somma a 26milioni di euro grazie alla Finanziaria e ad una nuova legge europea. «Io come tanti altri che hanno vissuto situazioni come la mia o simili, ci siamo sentiti soli - aggiunge Romina - Noi cerchiamo di avere i soldi che il tribunale ha deciso che ci spettano per la serenità delle nostre famiglie, per i figli non per arricchirci. In questi 10 anni la vita è stata durissima per me. Ho gli incubi ogni notte, è dura anche riuscire a portare un fiore sulla tomba di Giampaolo. Mia figlia piccola mi chiede di lui, non ha mai sentito la sua voce. A volte credo di non riuscire a farcela. Poi guardo loro e ritrovo le forze. Adesso abbiamo questa nuova speranza dell'Osservatorio e del fondo: spero che sia davvero la volta buona per uscire dopo 10 anni da questo incubo infinito che mi porterò dietro per tutta la vita».
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