LA STORIA
Venezia Il suo liuto suona il soul. E racconta la Venezia dei codici

Giovedì 26 Aprile 2018
LA STORIA
Venezia Il suo liuto suona il soul. E racconta la Venezia dei codici e dei manoscritti antichi. Ma anche il mondo dei piper e delle balere. Due modalità inconciliabili? Non proprio se di fronte al pubblico siede Ivano Zanenghi. Cappello morbido piantato in testa, occhiali e una passione sconfinata per la musica. Tutta: da Monteverdi al pop. Un po' navigante, un po' archivista, Zanenghi è un veneziano doc. Filosofo e improvvisatore, aperto alle culture e bon vivant. Attitudini, queste, che vibrano nella sua musica. Da Vivaldi al Blues. «Suonavo la chitarra elettrica nei complessi pop. Poi durante una crociera ho scoperto Bach. Che imparavo a memoria, perchè ancora non conoscevo la musica». E il racconto prende le pieghe di un viaggio che non ti aspetti.
MUSICA E ACCADEMIA
Oggi Zanenghi è considerato uno dei maggiori esponenti della musica antica in Europa. E il 29 aprile (alle 18,30) sarà nel salone storico della Casa del popolo di Parto Carnico (Udine) per un recital da solista. «Cosa abbastanza inusuale per il mio strumento, che in genere è di accompagnamento nei consort». Il doppio binario è sempre stato la cifra: dalle canzonette alla biblioteca Marciana, il tempio di Monteverdi. «Siamo entrati nei lontani anni della contestazione con una cooperativa a gestire la Marciana - ricorda - io ormai conoscevo la musica quindi prima fui archivista e poi catalogatore di tutto il patrimonio Sei/Settecentesco». Di pari passo va la scoperta per il liuto. «Ma ai tempi non si studiava certo al Conservatorio. E così ho iniziato a girare l'Europa seguendo i grandi maestri come Hopkinson Smith».
L'ORCHESTRA BAROCCA
Intanto a Venezia nasce la Vbo (Venice Baroque Orchestra), che diventa uno dei complessi più celebri al mondo nel barocco veneziano. «Con la Vbo abbiamo viaggiato in tutto il mondo, collaborato con i più grandi solisti in questo repertorio». Due produzioni gli sono rimaste nel cuore. I Vespri di Monteverdi a San Marco con sir Eliot Gardiner e il mio consort Europa Stravagante, e la Mathaus Passion coi Berliner e sir Simon Rattle». Negli ultimi anni Zanenghi ha messo a segno un catalogo di ritratti in musica. «Sono un po' i miei pezzi di vecchiaia, sul modello rossiniano - sorride - ho iniziato a pensarci durante le tournèe, nelle fredde giornate in Germania, o a Parigi. Sono tutti dedicati ad amici e colleghi». Al concerto di Prato Carnico, evento di avvicinamento al Festival Risonanze, Zanenghi proporrà anche un inedito, il cui titolo è ispirato a Schubert e a un celebre lied. «Si chiama Die schone wienerin, è dedicato ad un'amica austriaca».
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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