LA SEPARAZIONE
VENEZIA Come annunciato poco meno di un mese fa, Comune e Città

Venerdì 20 Aprile 2018
LA SEPARAZIONE
VENEZIA Come annunciato poco meno di un mese fa, Comune e Città metropolitana hanno impugnato anche il decreto del presidente della Regione con il quale si indice il referendum consultivo sulla separazione domenica 30 settembre. Un atto dovuto e formale hanno commentato le parti, poiché questo era l'impegno preso di fronte al presidente del Tar affinché questi potesse pronunciarsi entro l'estate. Anche per questo non ci sono commenti di tipo politico.
IL NODO
L'opposizione al decreto si basa sempre sulla medesima questione: per l'istituzione di un nuovo Comune o la modifica dell'assetto di un Comune esistente si applica la Legge regionale il cui potere deriva dall'articolo 133 della Costituzione oppure l'articolo 22 della Legge Delrio sulle Città metropolitane? I comitati separatisti sono convinti che la disciplina regionale sia sufficiente, anche perché la presentazione delle oltre 9mila firme risale a una data precedente l'entrata in vigore della Delrio. Gli avvocati di Comune e Città Metropolitana sostengono che la normativa regionale valga per tutti i Comuni esclusa la Città Metropolitana, che segue una disciplina a parte (è il Consiglio comunale del capoluogo a chiedere e il referendum si tiene tra tutta la popolazione metropolitana). Su questo punto il Governo ha invocato il conflitto di attribuzioni di fronte alla Corte costituzionale.
I MOTIVI DEL RICORSO
Oltre alla già nota questione sulla norma da applicare, il ricorso parla di irragionevolezza della delibera di meritevolezza della proposta di referendum e di difetto di motivazione. Si parla di irreversibilità dell'unione tra la città d'acqua e la terraferma e anche dei problemi che sarebbero causati dalla sottrazione a Venezia di importanti infrastrutture come porto, aeroporto, Marghera. Quanto ai motivi di illegittimità, il ricorso parla anche di omessa specificazione della variazione territoriale proposta: «Il quesito proposto per il referendum occulta la reale natura dell'operazione proposta... La denominazione di Mestre per simile variazione risulta fuorviante e ingannevole, trasformando il quesito in una sorta di trabocchetto».
I SEPARATISTI
«Sono tutte questioni di poco conto - risponde Marco Sitran, presidente del comitato per la separazione - poiché non c'è alcuna legge che attribuisca a Venezia il ruolo di capoluogo per il suo peso demografico. E comunque nessuna sentenza potrà arrivare prima del 30 settembre e inficiare la consultazione popolare. Ci attendiamo dal sindaco Brugnaro anche il quarto ricorso - conclude - contro la legge di divisione del Comune. A tal riguardo, anche se i Sì al referendum dovessero prevalere solo a Venezia, la Regione potrebbe tenerne conto e procedere comunque a divisione, visto che il referendum è solo consultivo e credo sia giusto rispettare la volontà dei veneziani».
Michele Fullin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci