LA SENTENZA
VENEZIA Quei soldi che i Musei civici speravano di incassare dal

Martedì 19 Marzo 2019
LA SENTENZA VENEZIA Quei soldi che i Musei civici speravano di incassare dal
LA SENTENZA
VENEZIA Quei soldi che i Musei civici speravano di incassare dal vecchio sponsor non arriveranno più. La Corte d'appello ha confermato quanto aveva già deciso, in primo grado, il Tribunale: il contratto di sponsorizzazione con Eni, da 2 milioni e 300mila euro, si era concluso definitivamente nel 2010, quindi alla Fondazione non spettavano i risarcimenti milionari che aveva reclamato per il 2011. Niente soldi in arrivo, dunque, per i Musei civici che ora, anzi, sono stati condannati a pagare anche le spese di lite.
Una vicenda che risale al 2011, questa della sponsorizzazione contestata. Secondo i Musei civici l'Eni, sponsor da fine 2008, era tenuta a pagare anche per il 2011, non l'aveva fatto e per questo l'aveva citata in Tribunale. Nel 2014, però, i giudici di primo grado avevano dato ragione all'azienda petrolifera e torto alla Fondazione veneziano, che aveva quindi deciso di ricorrere in appello.
L'APPELLO
La nuova causa è stata discussa davanti alla III sezione civile della Corte d'appello, presieduta da Marco Campagnolo, consiglieri Gianluca Bordon e Monica Zamparutti. A rappresentare la Fondazione Musei civici, l'avvocato Marigrazia Romeo, che chiedeva un milione di risarcimento danni e altri 800mila euro per la sponsorizzazione del 2011 venuta a mancare per la conclusione del contratto. Opposta la ricostruzione di Eni, difesa dall'avvocato Alfredo Bianchini, secondo cui il contratto prevedeva la sponsorizzazione per il 2009, con opzione solo per il 2010, mentre per il 2011 sarebbe stato necessario un nuovo contratto con tanto di rinegoziazione.
Anche il Tribunale, in primo grado, aveva ritenuto che Eni non dovesse pagare nulla per il 2011, visto che il «contratto di sponsorizzazione dall'1/12/208 al 31/212/2009 prevedeva un corrispettivo di 2 milioni e 300mila euro a carico di Eni che avrebbe assunto il ruolo di sponsor principale delle attività museali e un'opzione di rinnovo per il 2010, nessuna opzione di rinnovo era prevista per il 2011, cosicché il contratto è cessato al 31/12/2020» ricostruisce la sentenza d'appello.
LA SENTENZA
La Corte d'appello conferma in toto questa lettura, sottolineando come il Tribunale avesse già valutato tutta la documentazione prodotta. Nella sentenza ribadisce che dalla documentazione prodotta dalla Fondazione non emerge che Eni abbia fornito rassicurazioni sulla stipula di un nuovo contratto, anzi. Di qui la decisione di rigettare l'appello della Fondazione e di condannarla anche a pagare le spese del giudizio.
R. Br.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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