LA PROTESTA
MESTRE Stavolta ha preso carta e penna e ha presentato un esposto

Martedì 19 Marzo 2019
LA PROTESTA
MESTRE Stavolta ha preso carta e penna e ha presentato un esposto in Questura. E se l'attacco è diretto ad un locale inaccessibile ai disabili - l'Officina del gusto di via Sarpi -, nel mirino ci sono anche le associazioni, i sindacati e i partiti che continuano ad organizzare eventi al piano superiore del ristorante che non ha ascensore, non ha elevatori né semplici rampe. Giampaolo Lavezzo, portavoce storico dei disabili veneziani e presidente di Uno nessuno centomila, si è dunque deciso ad andare fino in fondo.
«Trent'anni fa nessuno si sarebbe sognato di organizzare riunioni senza tener conto dell'accessibilità delle persone anziane e con disabilità. Con molta amarezza prendo atto che in pieno 2019 sono costretto a rivolgermi alla Questura per far valere i miei diritti civili e a dover combattere il mio stesso partito. Siamo messi male, molto male». Già, ieri pomeriggio l'Unione comunale del Pd aveva organizzato l'incontro La mafia non esiste? (tra i relatori Pellicani, Rosteghin e Dodi), e per lunedì prossimo, 25 marzo, la Fondazione Rinascita 2007 ha programmato la presentazione di un libro. Ma prima, e Lavezzo era già uscito allo scoperto, c'erano state decine di altri incontri pubblici, tra cui uno recentemente promosso dalla Cgil. «Il mio sindacato... - mormora il presidente di Uno nessuno centomila -. Ho scritto alla Questura per chiedere formalmente chi è competente per far rispettare i diritti delle persone disabili, proponendo l'organizzazione degli eventi in un altro luogo che sia realmente accessibile. La sala riunioni dell'Officina del gusto non rispetta la legge 118 del 30 marzo 1971, che obbliga l'accessibilità in tutte le sale pubbliche o aperte al pubblico, ed altre numerose norme e leggi nazionali e regionali, oltre ai principi degli articoli 2 e 3 della Costituzione Italiana, promulgata nel 1947. Il risultato è che tutte le persone impossibilitate a salire le normali scale sono di fatto discriminate».
Insomma, l'Officina del gusto dovrebbe mettersi in regola per questi eventi, ma anche nel Pd o in Cgil a qualcuno dovrebbero come minimo fischiare le orecchie. E intanto, per lunedì prossimo quando il problema si riproporrà con l'iniziativa di Fondazione Rinascita, Lavezzo sarà anche in strada per far valere le proprie (sacrosante) ragioni. «Alla Questura abbiamo già chiesto l'autorizzazione a manifestare pacificamente davanti al locale di via Sarpi, tra le 17 e le 18 - conclude Giampaolo Lavezzo -. Non saremo in tanti, non più di cinque persone in carrozzina, munite di cartelli non offensivi». Una protesta civile e di civiltà perché, in città, sale accessibili ce ne sono eccome.
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