LA MOSTRA
Una carta di cielo stellato e un messaggio d'amore: così i Baci

Venerdì 16 Marzo 2018
LA MOSTRA
Una carta di cielo stellato e un messaggio d'amore: così i Baci Perugina sono entrati nella storia d'Italia. Se il celebre bonbon è diventato un'icona della comunicazione il merito è di Federico Seneca, che si ispirò al Bacio di Francesco Hayez. Un inno all'amore che ha proiettato il cioccolatino fondente a diventare un caso di comunicazione mondiale. E che ha visto una rivoluzione nel mondo della pubblicità. Quanti amori, infatti, sono nati sotto l'insegna Chi ama, baci. Ed è proprio Federico Seneca, il papà dei Baci Perugina ad arrivare al museo Salce di Treviso con una grandiosa mostra che ne illustra l'intero percorso creativo.
UN DOLCE BACIO
La mostra, che sarà inaugurata oggi alle 17 e sarà visitabile dal 17 marzo al 2 settembre 2018 da giovedì a domenica con orario 10-18; il venerdì dalle 10-21 , propone un'immersione nell'opera di Seneca: dagli esordi belle époque agli sviluppi futuristi. L'opera iconica del grande cartellonista italiano rimane però, per il grande pubblico, proprio il Bacio. Tutta la storia del più celebre cioccolatino d'Italia somiglia in realtà ad un romanzo d'appendice. Il dolce fu inventato da Luisa Spagnoli, moglie dell'industriale Annibale Spagnoli. Soci della Perugina erano anche i Buitoni: fu così che il giovane Giovanni, figlio di Francesco e più giovane di 14 anni di lei, divenne suo amante e consigliere. Fu proprio Luisa a brevettare il cioccolatino. E all'inizio lo chiamò cazzotto. Ma Giovanni, inorridendo, le disse: Come posso andare da una commessa e chiedere un cazzotto? Chiederò un bacio.
GENIALE PUBBLICITARIO
Da lì nasce la cosmogonia del celebre cioccolatino. Lo splendore finale di questo prodotto esclusivo arrivò nel 1924 con Federico Seneca. Per il packaging scelse un'incarto color argento e le scritte blu. Poi la sovracarta con le frasi. Arrivò così il successo. La mostra non si cristallizza sul Bacio, e illustra l'intero percorso creativo di Federico Seneca, arrivando a delineare una personalità originale e unica nel panorama della grafica pubblicitaria europea. «Questa personale spiega Marta Mazza, direttrice del Museo - focalizza alcune delle campagne comunicative più importanti e celebri ideate tra gli anni Venti e Trenta e introduce, con alcune straordinarie creazioni dei primissimi anni Cinquanta, gli anni del boom economico».
MARCHIGIANO DOC
Nato a Fano, Federico Seneca studia disegno al Regio Istituto di Belle Arti di Urbino fino al 1911; inizia ad insegnare alle Scuole Normali di Fano e a lavorare come cartellonista. Durante la Prima guerra mondiale viene arruolato negli alpini e successivamente diventa pilota, volando anche sugli idrovolanti. In questo periodo incontra e conosce Gabriele D'Annunzio, oltre che piloti come Baracca, De Pinedo, Fontana, con cui è iniziata la condivisione dell'esperienza di aviatore durante il primo conflitto mondiale e una lunga amicizia durata per tutta la vita. All'inizio degli anni Venti gli si aprono le porte del'azienda Perugina: Seneca inizia così una grande, proficua e duratura collaborazione con l'azienda.
UNA CARRIERA AZIENDALE
Diventa responsabile dell'ufficio pubblicità per dodici anni, anche quando questa si unisce, nel 1925, alla Buitoni. Nel 1929 è premiato a Monaco di Baviera alla mostra internazionale del Manifesto. Seneca sta diventando il più importante grafico pubblicitario italiano: ma nel 1933 il rapporto con Perugina si rompe. A Milano, ormai libero professionista, inizia a curare campagne pubblicitarie per le più importanti aziende italiane come Rayon, Cinzano, Talmone, Stipel. In mezzo, una nuova guerra. E, per Seneca l'avventura poco felice di industriale di plastiche.
LA MILANO DA BERE
Gli anni del boom economico lo vedono consulente pubblicitario di Cinzano e Ramazzotti. È qui che anticipa quella Milano brillante e modaiola che diventerà, negli anni del craxismo, la Milano da bere. «Ben 40 dei pezzi esposti in questa magnifica mostra sottolinea il Direttore Mazza appartengono alla nostra Collezione. E non può che farci piacere ospitare questa monografica arricchita anche da non meno importanti opere di provenienza diversa. Unite a creare un percorso di visita davvero completo». La mostra trevigiana mette insieme pezzi di proprietà e prestiti: manifesti ma anche bozzetti disegnati e scultorei di proprietà privata, totalmente inediti. La mostra, curata dai direttori del Museo Nazionale Collezione Salce, Marta Mazza e del Max, Museo di Chiasso Nicoletta Ossanna Cavadini, è accompagnata da un ampio catalogo, realizzato da Silvana editoriale con saggi delle curatrici e di Dario Cimorelli, Renato Covino, Luigi Sansone. Completa la mostra un video realizzato da Ultrafragola, con interviste alle curatrici della mostra e al figlio dell'artista, Bernardino Seneca .La mostra di Seneca a Treviso si configura come un'occasione unica per raccontare, attraverso le immagini, una storia dell'economia italiana, e del percorso di una società non ancora del tutto votata al consumismo di massa.
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci