LA MANUTENZIONE
VENEZIA Sarà un lavoro a ciclo continuo, con 18 paratoie

Mercoledì 26 Settembre 2018
LA MANUTENZIONE
VENEZIA Sarà un lavoro a ciclo continuo, con 18 paratoie da rimettere a nuovo ogni anno. Operazione impegnativa, quella della manutenzione del sistema Mose, ovunque si farà: all'Arsenale o a Marghera. Una volta entrata a regime, la grande opera avrà, infatti, bisogno di una cura costante. E se complessivamente i costi di gestione del sistema si aggireranno sugli 80 milioni l'anno, stando alle stime del Provveditorato alle opere pubbliche, il 45% servirà proprio a coprire i lavori di manutenzione, mentre un 20% costerà il personale e il restante 35% se andrà in bollette, materiali e spese varie.
IL DOPPIO CICLO
Ogni paratoia dovrà essere sottoposta a una manutenzione ordinaria ogni 5 anni e ad una straordinaria ogni 15. Ed ecco la preoccupazione e l'urgenza del Provveditorato di rilanciare i lavori in stallo e completare l'opera al più preso, anche per cominciare la manutenzione di quelle paratoie che sono sott'acqua già dal 2013.
Complessivamente, a lavori ultimati, le paratoie da manutenere saranno 86 - le 78 alle tre bocche di porto più le 8 di riserva - per una media di 18 l'anno: 7 in manutenzione straordinaria e 11 in ordinaria. L'idea è quella di concentrare la prima tra ottobre e marzo, la seconda nel semestre estivo, per non sguarnire il sistema nel periodo delle acque alte.
GLI SPAZI DI LAVORO
Come spiega anche un rapporto di Thetis, che nel 2014 aveva messo a confronto l'ex area Pagnan con l'Arsenale, quello che servirà per la manutenzione del Mose saranno un pontile adatto all'approdo del jackup, la nave che sposta le paratoie; piazzali di movimentazione per i carrelloni che trasporteranno gli enormi portelli; aree scoperte per il loro lavaggio e altre per lo stoccaggio degli 8 di riserva. E ancora ci sarà bisogno del grande capannone dove effettuare le operazioni di verniciatura e sverniciatura, nonché di magazzini, uffici e ovviamente di un efficiente impianto di depurazione. Tutto poi dovrà essere organizzato con una doppia linea di manutenzione, per la sovrapposizione di alcune lavorazioni.
L'ESORDIO DEL JACKUP
Sarà il jackup ad andare a prelevare le paratoie alle bocche di porto, a portarle nel luogo che sarà scelto per la manutenzione per poi risistemarle al loro posto. Una nave-prototipo dalla storia travagliata, tra costi lievitati (dai 37 milioni ipotizzati inizialmente ai 53 finali) e guasti imprevisti. Ora è finalmente entrata in funzione: nelle ultime due settimane ha posizionato le prime due paratoie dell'ultima barriera alla bocca di porto di Lido San Nicolò. E i tecnici sembrano soddisfatti. Se con la cavalletta - il mezzo che era stato noleggiato per completare le altre barriere - ci volevano tre giorni per la posa di una sola paratoia, con il jackup i tempi si sono dimezzati: in 18 ore viene prelevata dall'Arsenale, calata sott'acqua e agganciata alla cerniera sottomarina. Grazie a un telaio pescatore e alle quattro zampe che scendono fino al fondale, l'operazione si semplifica.
LA TEMPISTICA
In questi giorni la nave è ferma, ormeggiata all'Arsenale. Il vento sostenuto ha consigliato uno stop ai lavori di posa. In tutto ci sono altre 18 paratoie da affondare, le ultime dell'intero sistema. Sulla carta la posa dovrebbe essere completata entro l'anno. E i tempi dovrebbero essere rispettati. Quel che è in ritardo, si sa, sono gli impianti da completare.
R. Br.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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