La lezione ai neo dottori del geometra Zanardi

Sabato 22 Luglio 2017
La lezione ai neo dottori del geometra Zanardi
Applausi a tutta piazza ieri a San Marco per Alex Zanardi, ospite d'onore della cerimonia di conferimento della laurea triennale a 917 studenti dell'Università Ca' Foscari. Dopo i saluti istituzionali del rettore Michele Bugliesi, del consigliere comunale Paolo Pellegrini in rappresentanza del sindaco e del presidente dell'Autorità portuale, Pino Musolino, nonché la consegna del premio Bruna Grandese Carlotti a Riccardo Barbieri e i discorsi dei migliori studenti Antonio Emanuele Cinà e Kotono Yoshida, il campione paralimpico ha invitato i neodottori a credere sempre nelle proprie capacità «continuando a essere curiosi. Perché è la curiosità che nella vita fa accadere le cose».
«La vita è fortissima e ha più fantasia di noi ha detto Indubbiamente è fatta anche di traguardi che accrescono l'ego. Ma se è l'ambizione che dà lo sprint per raggiungere la meta, è la passione che rende possibile la vittoria». L'ex pilota automobilistico, successivamente vincitore di quattro medaglie d'oro ai Giochi paralimpici di Londra e Rio e di otto titoli ai campionati mondiali su strada di paraciclismo, ha confessato di essere «onorato ed emozionato di parlare in quanto geometra a 917 neodottori: ragazzi preparati alla vita nel migliore dei modi e con gli strumenti più idonei dalla società». Li ha poi invitati a «essere sempre delle belle persone. Specie nelle avversità, che vanno affrontate volta per volta senza lasciarsi travolgere». «A torto o a ragione, molti mi considerano eccezionale ha continuato Altri però hanno fatto quello che ho fatto io senza godere della medesima attenzione. Più che un uomo di successo, mi considero un fortunato e un privilegiato. E poi, come ricordo spesso a mio figlio, basta mettersi d'accordo su cosa si intende per uomo di successo. Io mi sento già appagato e felice da un sorriso o uno scambio di battute, se mi scaldano il cuore».
In chiusura, un secondo richiamo di Zanardi alla curiosità, «che non vi dovrà abbandonare mai, ora che avete riempito la borsa degli attrezzi necessari». Con l'ammissione che questa per lui è stata fondamentale anche dopo l'incidente: «Sin da quando ho fatto un raffronto tra il funzionamento della sospensione di un auto da corsa e quello di un ginocchio protesico».
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Ultimo aggiornamento: 10:11

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