LA GITA
Fuggire dalla pianura soffocata dall'afa per godersi la natura selvaggia

Venerdì 10 Agosto 2018
LA GITA
Fuggire dalla pianura soffocata dall'afa per godersi la natura selvaggia e silenziosa. E poi ci sono le malghe tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. In tutto l'arco alpino veneto, dal Monte Baldo alla Lessinia, dal Cansiglio ai pascoli dolomitici, dal Grappa fino all'altopiano di Asiago, le mucche vengono portate nei prati sopra i mille metri di altitudine: è l'antico rito dell'alpeggio, che sull'Altopiano dei Sette Comuni ad esempio -, viene praticato dal 950 dopo Cristo. Certo, i pascoli si sono ridotti, la tecnologia ha facilitato i processi di produzione, ma nelle malghe, il formaggio viene preparato ancora come si faceva una volta: spesso si continua ad usare la caldera di rame, che viene riscaldata con fuoco alimentato a legna. Salire in malga può quindi essere l'occasione per osservare queste usanze antiche, ma anche per assaggiare e acquistare i prodotti freschi, come il pegorin, che risale a quando, attorno all'anno mille, nei prati in quota dei Comuni di Roana e Lusiana venivano portate le pecore.
LA STRADA DEI FORMAGGI
La scelta è assai ampia ed è impossibile esaurirla tutta: seguendo La Strada dei Formaggi e dei Sapori delle Dolomiti bellunesi, che permette di scegliere tra dieci itinerari, si possono scoprire le bellezze naturalistiche e storico-architettoniche della zona e assaggiare ben 18 formaggi tipici, come il Malga Bellunese, il Nevegal, lo Zigher, la Caciotta cipollina, il Gresal e il Civetta. E ancora, il Bastardo del Grappa, difficile da reperire fuori dalla sua zona d'origine, e il Morlacco del Grappa (che era il pasto dei malgari), l'Agordino di malga e il Busche (formaggio a pasta semicotta, molle e semistagionato) oppure ancora lo Schiz (formaggio freschissimo, ricavato dalla pasta in eccedenza che debordava quando si pressava la cagliata nelle fascere) e il famosissimo Asiago. Chi vuole comprarli, o mangiarli direttamente lì, sul luogo in cui vengono preparati, può usare il sito InfoDolomiti, che mette a disposizione un elenco e una mappa delle malghe in provincia di Belluno, con tutte le indicazioni utili: periodi di apertura, possibilità di pranzare o, magari, di dormire.
NEL CUORE DELLA LESSINIA
Ovviamente, il bellunese non esaurisce l'offerta: farsi un'escursione in Lessinia, ad esempio, significa poter assaporare il Monte Veronese (formaggio antico per cui si utilizza solo latte di malga, proveniente da più mungiture), ma anche il Masetto e il Linte o i tipici gnocchi sbatui (gnocchi di malga). Diverse poi le iniziative ideate per valorizzare e far conoscere questo patrimonio: sull'Altopiano dei Sette Comuni vengono organizzati ad esempio sia escursioni con pic nic e degustazioni, sia albe in malga, durante le quali si possono aiutare i malgari nella mungitura. Non mancano ovviamente gli eventi dedicati ai prodotti caseari, come quello del 5 agosto a Borso del Grappa, dove si può anche assistere alla lavorazione in diretta del Morlacco. Da non dimenticare poi l'appuntamento settembrino (dal 7 al 9) con Made in Malga ad Asiago, la mostra mercato dei formaggi e dei prodotti di montagna. L'8 e il 9 settembre, a Selva di Cadore, si chiude invece l'alpeggio con la Festa della Desmontegada e la sfilata del bestiame che ritorna dai pascoli in quota.
Dalle Dolomiti, fino alle più selvagge Alpi Giulie, anche il Friuli Venezia Giulia ha un ricco patrimonio malghivo: solo nella Carnia, le strutture attive sono una cinquantina.
TRA FRIULI E CARNIA
Fino a a meta settembre, le mandrie vengono portate a pascolare libere nei prati in quota, dove le erbe e i fiori conferiscono al latte (e quindi al burro e ai formaggi), profumi e sapori unici. La maggior parte delle malghe vende direttamente i prodotti. In molte è anche possibile degustarli o assaporare i piatti della tradizione preparati con semplicità e sapienza e serviti su rustici tavoli in legno all'aperto o in piccoli ambienti riscaldati dal fogolar; in diverse di esse, si può anche dormire, magari col sacco a pelo per godere del cielo stellato.
FORMADI SALAT O FRANT
Salendo in malga di prima mattina, si può osservare il bestiame al pascolo e assistere alla lavorazione del latte per la produzione del burro, del tradizionale formaggio di malga in forme di buona pezzatura (fra i 4 e i 6 kg) e della ricotta (che si usa anche affumicare). Fra i formaggi tradizionali, si producono anche Formadi salât a pasta dura, la Scuete frante (ricotta appena pressata e frantumata che, con aggiunta di panna, sale, pepe ed eventuali semi di finocchio selvatico, acidifica e matura in appositi contenitori per 40-50 giorni) e il Formadi frant leggermente piccante, ottenuto reimpastando con sale, pepe, panna e latte le scaglie di formaggi che presentano piccoli difetti. I prodotti variano da malga a malga sia per il loro gusto, che per la lavorazione i cui segreti sono tramandati per lo più da generazione a generazione. Chi volesse andare alla scoperta di questo mondo, può partecipare alle Giornate in malga, escursioni guidate organizzate dagli uffici turistici, oppure trascorrere qualche giorno lungo il Trekking della Via delle malghe. Una quindicina i percorsi fra cui poter scegliere, con partenza da vari paesi della Carnia e dedicati ciascuno ad un tema (storia, natura, arte&fede, gastronomia). E poi ecco le fiere la Festa del Formaggio Salato e di malga a Sauris (11, 12 e 15 agosto), la Festa della demonticazione e Arlois e Fasois a Prato Carnico (9 settembre), la XXXIV Mostra mercato del formaggio e della ricotta di malga a Enemonzo (8-9 e 15-16 settembre). Per i palati fini ci sono gli appuntamenti con gli chef stellati che, sia nelle malghe della Carnia (11 e 12 agosto), sia in quelle del Tarvisiano (24 agosto e 2 settembre), propongono abbinamenti con le peculiarità enogastronomiche del territorio.
Alessia Pilotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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