«La colpa è tutta mia, me l'assumo interamente. Se il gruppo "Porta

Giovedì 25 Agosto 2016
«La colpa è tutta mia, me l'assumo interamente. Se il gruppo "Porta di Venezia" sta investendo 12 milioni di euro a Venezia e donerà un parco pubblico ai cittadini è solo colpa mia». Luciano Parenti è architetto veneziano, ha progettato il recupero dell'hotel Papadopoli ormai quasi ultimato, e sta seguendo la doppia operazione legata al parco attiguo, alla casa del custode che sta crollando e al nuovo impianto di depurazione. Insomma c'è lui dietro al "blitz di Ferragosto" denunciato in questi giorni da "Venezia cambia": Olivier Pelat, proprietario della "Porta di Venezia", questa mattina si accinge a spendere 507 mila euro per comprarsi gli ex gabinetti pubblici a fianco del suo hotel (sempre se per quel rudere non arriverà un'offerta superiore) per farne una palestra e Spa al piano terra e tre nuove camere al piano superiore. Ma dei gabinetti pubblici c'è tanto bisogno oggi in città, commentano gli attivisti del movimento cittadino. «Vero, ma li vogliono fare proprio in mezzo al parco che il conte Papadopoli aveva riempito di essenze rarissime e preziose in omaggio alla moglie»?
Già, pure il parco dicono che volete privatizzare dopo che sono stati spesi mezzo milione di soldi pubblici per rimetterlo a posto. «Invito chiunque a venirlo a vedere, non so in che senso intendano a posto. Noi, invece, lo riqualificheremo davvero, con nuove essenze e piante dopo uno studio su quelle esistenti per preservarle - continua Parenti -. E lo apriremo alla città, perché sarà davvero un parco pubblico e non una casa delle pantegane come oggi».
Per 48 giorni l'anno, però, sarà chiuso e destinato a eventi privati. «Non è detto che siano 48 giorni, sono 10 eventi per un massimo di 4 giorni l'uno. E poi saranno eventi collegati alla vita cittadina come la Biennale. Così quel luogo diventerà una porta dignitosa di Venezia, e di questo dobbiamo ringraziare l'Amministrazione che dimostra coi fatti di tenere al decoro».
Dieci milioni per ristrutturare l'albergo che venne aperto per la prima volta nel 1953 dall'editore milanese Aldo Palazzi su concessione dell'allora sindaco Favaretto Fisca che privatizzò un parco pubblico, poi ampliato nel 1961 e oggi gestito da Pelat; mezzo milione per comprare la casa del custode e 400 mila per restaurarla, altri 300 mila euro per il nuovo impianto di depurazione che sostituisce quello vecchio e a cielo aperto; infine un altro milione di euro per il parco. «Dobbiamo risistemare la parte verde, realizzare marciapiedi, e recinzione, installare la nuova illuminazione e un circuito di telecamere che verrà gestito dal Comune con la sala operativa centrale. La "Porta di Venezia" è interessata anche ad acquistare palazzo Papadopoli sempre se il Comune abbasserà la cifra di 14 milioni indicata nel fondo immobiliare».
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