L'ANTEPRIMA
Eccolo qua il festival della rivoluzione baglioniana, largo ai giovani,

Sabato 19 Gennaio 2019
L'ANTEPRIMA
Eccolo qua il festival della rivoluzione baglioniana, largo ai giovani, tradizionalisti all'angolo. Solo che, sorpresa, alla resa dei conti la nouvelle vague ha scelto di fare il verso al passato. Sanremo è sempre Sanremo. Prendiamo Ultimo, l'anno scorso vincitore fra le Nuove proposte, indicato come uno dei possibili vincitori, che nella sua canzone d'amore lascia il rap da parte e punta su un inciso tutto festivaliero. E non è l'unico: c'è la coppia Federica Corte e Shade che usa un vocabolario buono per tutte le stagioni. Di converso ci sono i cosiddetti vecchi che provano a ribaltare la situazione: Nino D'Angelo fa il rapper con tanto di autotune e Patty Pravo duetta con Briga. Le distorsioni vanno per la maggiore, offrono una facile verniciata di modernismo.
LA RIMA
Ma, fondamentalmente, il nuovo Sanremo fa rima con amore. Sono 12 le canzoni che ne parlano in diversa forma: l'amore prudente di Nek, quello nostalgico per Ultimo, quello di cui non si può fare a meno di Renga, quello che ti fa dire «se te ne vai non ti verrò a cercare» di Einar, gli Ex Otago si scaldano sulla sensualità: «Non è semplice scoprire nuove tenebre tra le tue cosce dietro le orecchie», Loredana Bertè racconta una delusione e via dicendo. Nei testi c'è, comunque, ampio spazio ai dubbi, segno delle incertezze dei tempi, originalità di scrittura, qualche parola forte secondo il lessico hip hop (i «ca..i nostri» di Nigiotti, per esempio). Però, all'ascolto dei 24 pezzi che dal 5 bombarderanno il Paese, qualcosa di buono c'è. Su tutti Daniele Silvestri con Argento vivo, storia di un adolescente cresciuto dietro le sbarre, o l'incantata Abbi cura di me di Simone Cristicchi. È oscura da decifrare Rose viola di Ghemon ma funziona, e funziona Do'vè l'Italia di Motta. Fra i pezzi divertenti c'è Mahmood con Soldi, tormentone ritmico dal sapore etnico, il reggae spiritoso dei Boomdabash e quello dei Zen Circus. Un'Arisa ritrovata si scatena in un ritmo dance, mentre Achille Lauro fa il verso a Vasco: «Voglio una vita così, voglio una fine così».
La voce evocativa di Patty Pravo offre nobiltà a un brano da riascoltare, mentre la Bertè va a tutto rock con energia.
INFALLIBILI
«Queste le nostre scelte, non siamo infallibili», ha commentato Baglioni, tornando alle polemiche sull'esclusione di Pierdavide Carone, chiudendo con una battuta: «Ho raggiunto la pace dei sensi, speravo di aver raggiunto anche quella dei consensi». Sul fronte notizie, si ha la conferma che si parlerà di migranti, con Motta, mentre per i duetti Cristicchi avrà Ermal Meta, Nek Neri Marcorè. Ultimo Fabrizio Moro, gli Zen Circus Brunori Sas, Renga Bungaro e la Abbagnato, Daniele Silvestri Manuel Agnelli, i Boomdabash Rocco Hunt, Anna Tatangelo Syria, Mahmood Guè Pequeno. La Bertè Irene Grandi. Infine protesta via web di Saverio Raimondo la cui presenza al Dopofestival è stata cancellata dalla Rai.
Marco Molendini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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