L'ALTERNATIVA
TOKYO
Dopo l'ibrido ci sarà l'idrogeno. Questo era in sintesi il messaggio che mandò la Toyota allorquando presentò nel 2015 la Mirai. E visto che lo dicevano proprio loro, che sull'ibrido avevano scommesso e vinto e che si erano cimentati pure sull'elettrico con la RAV4: dal 1997 al 2003 e nel triennio 2012-2014 in collaborazione con Tesla era lecito domandarsi se avessero ragione un'altra volta. Poi, la virata lo scorso anno: la costituzione di una divisione dedicata e, alla fine dello scorso mese di settembre, la firma con Mazda e Denso per una joint-venture denominata EV Common Architecture Spirit con l'obiettivo di sviluppare una piattaforma modulare destinata ad una nuova famiglia di automobili, dalle city car fino ai Suv. Insomma, a Nagoya rimangono convinti che nel gioco della mobilità del futuro il punto d'arrivo è l'idrogeno, ma sanno che per vincere bisogna passare dalla casella con la spina. Un assaggio di quello che bolle in pentola è stato fornito al Salone di Tokyo con la famiglia delle Concept-i.
ALI DI GABBIANO
La più piccola è la Concept-i walk, una sorta di aspirapolvere a tre ruote che si manovra con il manico e che allunga l'interasse quando si aumenta la velocità mentre una taglia più su è la Concept-i Ride. Trattasi di una biposto lunga 2,5 metri con porte ad ala di gabbiano ideale per il car sharing e che permette di muoversi anche ai diversamente abili e a chi è avanti negli anni, una preoccupazione sentitissima in Giappone che nel 2020 ospiterà le Paraolimpiadi, oltre alle Olimpiadi, e ha la percentuale più elevata al mondo di popolazione anziana.
Preoccupazione che dovrebbe essere anche nostra, visto che l'Italia è al secondo posto in questa classifica. La Concept i-Ride non ha i pedali né il volante, si governa tramite due joystick sistemati alle estremità dei poggiabraccia e, grazie all'intelligenza artificiale, può guidare da sola in caso di distrazione o malore. Ancora più intelligente e interessante è la Concept-i dalla quale potrebbe derivare la prima vera Toyota nata elettrica attesa dopo il 2020. La prima invece arriverà nel 2019 e sarà la C-HR, ma sarà destinata solo alla Cina. La Concept-i è lunga 4,3 metri, sorride con i fari, avvisa e suggerisce attraverso scritte e accoglie al meglio con le portiere anteriori che si sollevano in avanti e le posteriori all'indietro.
Il volante è una cloche, la strumentazione è su head-up display tridimensionale e c'è l'AI Agent, l'assistente personale che percepisce le nostre emozioni, conosce i nostri gusti e dunque anticipa i nostri bisogni. Se poi capisce se siamo stanchi o stressati, guida per noi e ci suggerisce anche come distrarci.
L'autonomia è di 300 km grazie alla batteria allo stato solido di prossima generazione, tecnologia alla quale la Toyota sembra essere più vicina di altri costruttori. Rispetto a quelle attuali agli ioni di litio sono più compatte, più leggere, più veloci nel ricaricarsi e più sicure in caso di incidente. Un'altra rivoluzione, tra le tante che l'automobile ci promette.
N.Des.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA TOKYO
Dopo l'ibrido ci sarà l'idrogeno. Questo era in sintesi il messaggio che mandò la Toyota allorquando presentò nel 2015 la Mirai. E visto che lo dicevano proprio loro, che sull'ibrido avevano scommesso e vinto e che si erano cimentati pure sull'elettrico con la RAV4: dal 1997 al 2003 e nel triennio 2012-2014 in collaborazione con Tesla era lecito domandarsi se avessero ragione un'altra volta. Poi, la virata lo scorso anno: la costituzione di una divisione dedicata e, alla fine dello scorso mese di settembre, la firma con Mazda e Denso per una joint-venture denominata EV Common Architecture Spirit con l'obiettivo di sviluppare una piattaforma modulare destinata ad una nuova famiglia di automobili, dalle city car fino ai Suv. Insomma, a Nagoya rimangono convinti che nel gioco della mobilità del futuro il punto d'arrivo è l'idrogeno, ma sanno che per vincere bisogna passare dalla casella con la spina. Un assaggio di quello che bolle in pentola è stato fornito al Salone di Tokyo con la famiglia delle Concept-i.
ALI DI GABBIANO
La più piccola è la Concept-i walk, una sorta di aspirapolvere a tre ruote che si manovra con il manico e che allunga l'interasse quando si aumenta la velocità mentre una taglia più su è la Concept-i Ride. Trattasi di una biposto lunga 2,5 metri con porte ad ala di gabbiano ideale per il car sharing e che permette di muoversi anche ai diversamente abili e a chi è avanti negli anni, una preoccupazione sentitissima in Giappone che nel 2020 ospiterà le Paraolimpiadi, oltre alle Olimpiadi, e ha la percentuale più elevata al mondo di popolazione anziana.
Preoccupazione che dovrebbe essere anche nostra, visto che l'Italia è al secondo posto in questa classifica. La Concept i-Ride non ha i pedali né il volante, si governa tramite due joystick sistemati alle estremità dei poggiabraccia e, grazie all'intelligenza artificiale, può guidare da sola in caso di distrazione o malore. Ancora più intelligente e interessante è la Concept-i dalla quale potrebbe derivare la prima vera Toyota nata elettrica attesa dopo il 2020. La prima invece arriverà nel 2019 e sarà la C-HR, ma sarà destinata solo alla Cina. La Concept-i è lunga 4,3 metri, sorride con i fari, avvisa e suggerisce attraverso scritte e accoglie al meglio con le portiere anteriori che si sollevano in avanti e le posteriori all'indietro.
Il volante è una cloche, la strumentazione è su head-up display tridimensionale e c'è l'AI Agent, l'assistente personale che percepisce le nostre emozioni, conosce i nostri gusti e dunque anticipa i nostri bisogni. Se poi capisce se siamo stanchi o stressati, guida per noi e ci suggerisce anche come distrarci.
L'autonomia è di 300 km grazie alla batteria allo stato solido di prossima generazione, tecnologia alla quale la Toyota sembra essere più vicina di altri costruttori. Rispetto a quelle attuali agli ioni di litio sono più compatte, più leggere, più veloci nel ricaricarsi e più sicure in caso di incidente. Un'altra rivoluzione, tra le tante che l'automobile ci promette.
N.Des.
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