In volo oltre le sbarre di Alcatraz

Giovedì 22 Marzo 2018
LO SHOW
I detenuti di Alcatraz aspettano il pubblico con un sorriso ambiguo. In prigione, il mondo si rovescia. Sarà per questo che gli spettatori, una volta varcate le porte del tendone trasformato nella celebre prigione di San Francisco, dovranno superare un pauroso labirinto dove tutto potrà accadere. E infine trovare posto tra gli spalti, nei gironi degli avanzi di galera, degli infami e degli ergastolani. Benvenuti nell'universo gothic di Psychiatric Circus, la celebre compagnia di acrobati e attori diretta dalla famiglia Bellucci-Medini, che torna in Veneto con il nuovo show, Alcatraz appunto, in scena da oggi al 25 marzo a Treviso, a fianco del Palaverde di Villorba (tutti i giorni alle 21, domenica alle 18). Ambientato tra le mura dell'isola-penitenziario dalla quale era fuggito Clint Eastwood, Alcatraz rappresenta l'ideale seguito del precedente lavoro, Psychiatric Cicus, potente gioco fatto di acrobatica, verticalismo, contorsionismo, cabaret, fantasia e comicità che si inoltrava nel territori più difficili della pazzia. La compagnia stavolta si misura con il lato oscuro di vite umane reiette e allontanate dalla società, «persone trasformate in codici e corpi che subiscono abusi e soprusi - spiega la regista e direttrice artistica Sandy Medini - una volta che i cancelli di Alcatraz si chiudono, le persone cambiano stato, capiscono che la vita è finita, e che diventeranno numeri all'interno di un luogo dove non esiste più legge, se non quella del più forte». Vietato ai minori di 14 anni, Alcatraz vede in scena 22 atleti tra acrobati, artisti circensi e attori, tra cui Alberto Gamberini, per dieci anni a fianco di Paolo Poli, impegnati in numeri che pur rispettando la tradizione circense, costruiscono un linguaggio autonomo dove forza, grazia, poesia e divertimento si fondono con tocchi horror, restituendo nuovi sguardi sul mondo. «Partiamo da una domanda - aggiunge la regista - all'interno di quelle mura chi è il vero criminale? Chi disobbedisce alle regole della società o un'istituzione contraddittoria e ipocrita che si prefigge lo scopo di punire senza sofferenza?».
IL TEMA
Attraverso acrobatica, cabaret e teatro Alcatraz racconta storie di dolore e brutalità che possono però trasfigurarsi in aneliti di libertà. «La voglia e il desiderio di libertà dei carcerati si traduce in incredibili acrobazie: nello spettacolo daremo molto spazio al volo, ai salti verso l'alto, alle piroette nell'aria». Ecco allora il giovane detenuto che si libera delle cinghie che lo imprigionano e si lancia in un incredibile volo reggendosi soltanto su una mano; quindi le due amanti a colloquio che dialogano in aria intrecciando i corpi attraverso le sbarre; e poi piramidi umane che sfidano la gravità, ballerini al neon che illuminano le notti buie, clown beffardi che spiazzano gli spettatori, o splendidi sogni di ragazze in bikini rosso fuoco imprigionate in magiche bolle sospese nell'aria. I corpi plasmano mondi, li varcano per poi ricostruire altre realtà, in un costante rimando cielo-terra che toglie il fiato. Ma sempre con sguardo irriverente e divertente, come nel precedente spettacolo: «Ci piace sollevare questioni -ribadisce Medini - scuotere lo status quo, guardare dove non si vuol vedere». Il tutto sarà accompagnato da una colonna sonora live a tinte rock create appositamente per lo show. E tra un colpo di scena, una risata e un sussulto, al pubblico rimarrà la certezza che dentro Alcatraz tutto può davvero accadere. Anche trovare la libertà. (info su www.psychiatricircus.com)
Chiara Pavan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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