In una società liquida, per scomodare Bauman, è naturale che il voto sia

Martedì 13 Marzo 2018
In una società liquida, per scomodare Bauman, è naturale che il voto sia ondivago. Di volta in volta si vota per la lista più allettante per i programmi che propone o perché è in grado di assorbire meglio la rabbia dettata dalla condizione in cui si vive. Rabbia che potrebbe anche esprimersi con la decisione di non votare o di andare al voto per annullare la scheda. Comportamenti, frutto di messaggi populisti, che mirano alla pancia degli elettori, ma anche di sentimenti antisistema, visto il prevalente giudizio negativo sulla classe politica attuale. Di questa situazione in cui vive l'elettorato, ne hanno sofferto i partiti istituzionali come Forza Italia e Pd, destra e sinistra d'antan, ma mai ai livelli raggiunti il 4 marzo. In particolare il Pd al governo per quattro anni, prima con Renzi e poi con Gentiloni, già nei sondaggi mostrava la corda, ma nelle votazioni, è andato al di là di ogni possibile risultato negativo. Gli stessi esponenti del partito hanno parlato di disfatta, per rassicurarsi hanno detto che niente è perduto, che si tratta ora solo di ricostruire il partito. Hanno dato sostegno al partito quegli elettori a reddito medio che coltivano ancora uno spirito di sinistra, prevalentemente neo riformista. Gli altri sono andati a rafforzare, dicono i flussi elettorali, il Movimento 5 Stelle. La domanda è perché il PD ha perso consensi pur presentandosi con buoni risultati economici per il Paese, tirandolo fuori dalla stretta della crisi? Industria in crescita per fatturato e ordini, export in grande spolvero con un incremento che è il migliore in Europa, consumi e investimenti pure in crescita, pressione fiscale in calo dal 2013 ad oggi, disoccupazione in diminuzione all'11%. Su questi risultati brillanti ha impostato la sua campagna elettorale il PD. A questo proposito vanno fatte alcune precisazioni. La prima è di tipo territoriale. L'Italia è un paese frazionato, tante realtà diverse per storia, per cultura antropologica per struttura produttiva. Taranto e Bergamo, Napoli e Milano, Nord e Sud per intenderci. Su questa conformazione territoriale si riflette il diverso impatto temporale della crisi, come i diversi territori l'hanno smaltita in questi lunghi otto anni. Pensiamo all'occupazione, ai giovani, ai salari. Sono tutti aspetti che si declinano in modo molto diverso tra i diversi luoghi e le votazioni lo hanno dimostrato. In realtà il PD si è anche appropriato in termine di comunicazione di un fenomeno, la crescita, che secondo vari studi, è ascrivibile a fattori prevalentemente esogeni quali il traino del commercio internazionale, il basso prezzo del petrolio e l'intervento della BCE che con la sua politica di tassi di interesse pressoché nulli ha ridotto l'onere del debito pubblico. Il Pd ha pagato il trend seguito da tutti nella campagna elettorale. Tanto compiacimento per quanto era stato fatto e un effluvio di promesse fantasiose. Sembrava di assistere alle vendite di Dulcamara nell'Elesir d'amore. Errore di comunicazione, quindi. Per non cadere nel ridondante, era necessario essere realisti. Siamo in un periodo di grande trasformazione. Con velocità impressionante cambia tutto, cambia l'impresa, il lavoro, la società. Necessita dire questo e soprattutto che cosa la politica dovrà fare per evitare che il cambiamento implichi l'aumento delle disuguaglianze e della povertà!
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