«Impossibile chiudere il canale maledetto» Ma una volta l'area era tutta recintata

Mercoledì 24 Ottobre 2018
«Impossibile chiudere il canale maledetto» Ma una volta l'area era tutta recintata
LA TRAGEDIA AL PERTINI
«Chiudere lo scolmatore? Impossibile. Semmai potremmo mettere qualche scaletta in più per risalire o autorizzare l'installazione di elementi di protezione lungo il scolmatore».
Il Consorzio Acque Risorgive, insomma, lascerà più o meno così com'è il canale dove venerdì è morto il bimbo di 5 anni che abitava al Rione Pertini e nel quale, in passato, sono annegate altre tre persone. E cioè accessibile a chiunque, salvo qualche cartello di divieto di avvicinarsi installato in passato dallo stesso Consorzio di bonifica oppure, tre anni fa, dall'Istituzione Bosco e Grandi parchi. Anche se, sentendo chi abita da sempre da queste parti, un tempo il canale era chiuso da una lunga recinzione proprio per motivi di sicurezza. Una recinzione che avrebbe salvato almeno tre vite.
«SICUREZZA IDRAULICA»
«Il collettore Acque Basse Campalto è un importante vettore per la sicurezza idraulica dell'abitato di Mestre, quindi non è possibile pensare ad una sua chiusura senza provvedere ad una sostanziale modifica strutturale delle rete delle acque meteoriche della città» spiega il presidente di Acque Risorgive, Francesco Cazzaro, al termine dell'incontro con i tecnici del Consorzio di ieri mattina. Insomma, non si può coprire, come del resto ricordano anche al Pertini visto che, durante l'alluvione del 26 settembre 2007, l'acqua arrivò fino al ciglio della strada. «Va però ricordato che lungo i canali, in assenza di opere dedicate, il transito è consentito solo ad aventi diritto, mezzi e personale addetto alla manutenzione - prosegue Cazzaro -. Acque Risorgive, al fine di aumentare la sicurezza alla fruibilità delle aree limitrofe ai collettori di bonifica, è però a disposizione per valutare o autorizzare richieste di posa di ulteriori elementi di protezione, oltre che intensificare la frequenza delle scalette di risalita già esistenti».
LA RETE SPARITA
Scalette a parte, pare evidente che per eventuali palizzate o recinzioni dovrà provvedere qualcun altro, come del resto ha fatto in passato l'Istituzione Bosco e Grandi parchi (cioé il Comune) dalla parte del bosco dell'Osellino. L'assurdo è però che, come si può scoprire muovendo un po' la terra a fianco del marciapiede di via Pertini, riemergono i plinti della lunga recinzione che in passato (primi anni 80) chiudeva l'accesso al canale, segno che allora si pensava alla sicurezza non solo idraulica. «Poi decisero di toglierla tranciando i pali in ferro di sostegno e sostituendola con una lunga siepe - racconta chi abita da sempre nel quartiere -. Poi, chissà perché, decisero di togliere pure la siepe, piantando gli attuali alberi che si vedono lungo la strada e lasciando solo qualche cespuglio. Il risultato è che venne aperto tutto, ed è successo quello che è successo».
LA SOLIDARIETÀ DEL RIONE
Intanto non è ancora stata fissata la data dei funerali del piccolo che saranno comunque celebrati in un'altra città. Come ha anticipato ieri al Gazzettino don Natalino Bonazza, nella chiesa del Corpus Domini si terrà una celebrazione esequiale per pregare e ricordare il piccolo. Intanto, il Comitato del rione Pertini sta organizzando per domenica 4 novembre una castagnata di solidarietà in sala tonda il cui ricavato delle offerte andrà totalmente alla famiglia del bimbo annegato.
Fulvio Fenzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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