«Il tram? Bisogna crederci»

Lunedì 27 Giugno 2016 di A Padova il siluro rosso "gemello" funziona: «Conta tanto l'atteggiamento di chi amministra»
«Il tram? Bisogna crederci»
Un errore non comprare i nuovi convogli, che erano già finanziati dall'Unione europea. Un errore non fare la linea nuova fino alla Marittima, anche questa già finanziata. Un errore gravissimo "cannibalizzare" i convogli. Un errore non sostenere politicamente un mezzo di trasporto che è amatissimo dai cittadini. Un errore, infine, non investire in una campagna di comunicazione. Tutti questi sbagli rischiano di portare al collasso del sistema tram. Ecco il riassunto di un colloquio, rigorosamente anonimo, con un tecnico che segue da sempre il tram di Padova. Perchè bisogna andare nella città del Santo per capire quel che non funziona nel tram di Venezia. A Padova il tram va, e alla grande, il fratello gemello del siluro rosso veneziano, forse da lì è possibile capire che cosa non funziona a Venezia. E si scopre così che i tecnici padovani conoscono perfettamente i problemi di Venezia. «Che stanno per diventare anche i nostri perchè il problema principe sta nel fatto che i tecnici come noi possono fare anche i miracoli, ma se la parte politica ti molla, sei finito. Allora, il punto è che a Venezia il Comune non crede nel tram e si vede, ma anche a Padova il sostegno è sempre più tiepido».
Perchè è importante la politica?
«Per tutto, dai ricambi, che altrimenti fanno fatica ad arrivare, ai rapporti con i sindacati o, nel caso di Venezia, con la cordata che ha costruito la tramvia. I tecnici possono dare indicazioni, nulla di più, ma se manca la politica...».
Che non c'entra nulla però con la questione dei cavi dell'alimentazione elettrica, ad esempio.
«Quelli non sono problemi...».
Il tram si ferma ogni due minuti...
«Venezia ha scelto un sistema diverso dal nostro, che è quello dei tiranti che tengono continuamente in tensione i cavi. E' un sistema, come dire?, automatico. Noi abbiamo preferito i cavi fissi, senza tiranti e contrappesi e, però, siamo costretti a controllarli più spesso. In ogni caso si tratta di aggiustamenti in corso d'opera, inevitabili. Anche a Padova ci sono voluti 5 anni per andare a regime. Da voi la linea per Venezia ha poco più di 8 mesi di vita».
Anche a Padova avete problemi con i ricambi?
«Meno di Venezia, ma qui entra in gioco proprio la parte politica che, se non fa sentire il suo peso, mette l'azienda che gestisce il tram in condizione di debolezza nella trattativa. Immaginiamo che cosa succederebbe se il sindaco di Venezia chiamasse l'azienda a rapporto ogni due mesi...»
Chi l'ha fatto?
«Ai tempi di Zanonato, a Padova, era sistematica la cosa. Quando c'era un intoppo interveniva il sindaco o l'assessore Rossi. Per questo non abbiamo mai avuto problemi».
Stessa cosa con la cordata di aziende che ha costruito la tramvia.
«Ma certo. Averla ancora in servizio è un vantaggio, se lo si sa sfruttare. Mi pare che a Venezia succeda esattamente il contrario».
E il resto dei guasti?
«Mi pare che Actv abbia già dimostrato che quasi il 90 per cento dei fermi è causato da automobili parcheggiate male o che addirittura finiscono la benzina in mezzo al ponte della Libertà. Non solo, la parte in corsia riservata è infinitesimale. Noi abbiamo oltre il 55 per cento, voi nemmeno il 5 per cento. E quella è una decisione squisitamente politica. Se vuoi che il tram corra bene, lo metti in corsia riservata. Se invece vuoi che non funzioni, lo tieni in mezzo al traffico. A Padova abbiamo fatto una campagna informativa e poi abbiamo anche denunciato per interruzione di pubblico servizio due automobilisti che avevano parcheggiato la macchina in modo da impedire il passaggio. E sono finiti a processo. E' bastato quello ad azzerare i comportamenti indisciplinati. Ma voi avete altri problemi, sempre di natura politica. Il Comune ha rinunciato a comprare i nuovi tram, già finanziati dalla Regione. Non ha senso. Anche perchè, mal che vada, li utilizzi per le parti di ricambio».
Anche se è una follia, par di capire.
«Sì perchè così rischi che non funzioni né il mezzo cannibalizzato né quello che stai riparando. Ma avere in deposito qualche macchina in più serve sempre. Diciamo che con 50 mila chilometri all'anno devi averne 4 di riserva e con 80 mila devi averne circa 8».
Venezia ne ha solo 3 di riserva, basta che se ne rompa 1 in più e si blocca il servizio. Anche perchè 3 mediamente sono fermi per manutenzione. Ecco perchè era importante comprare qualche tram in più invece di rinunciare a 1 milione 800 mila euro pronto cassa che erano già stati stanziati dall'Unione europea proprio per il tram.
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