Il teatro 3.0 riparte dalla città

Domenica 25 Febbraio 2018
LA PROPOSTA
Un teatro della città. Vitale, creativo, permeabile alle suggestioni di attori, autori, drammaturghi, registi, musicisti, direttori d'orchestra. E degli stessi abitanti.
Una «casa dei cittadini» aperta tutto l'anno, dove possano trovare spazio idee, pensieri, riflessioni di un narratore come Marco Paolini, di un violoncellista come Mario Brunello o di un musicista come il direttore Andrea Marcon.
Dopo la sfida città della cultura che l'ha lanciata nella short list delle magnifiche dieci, Treviso si prepara, unica in Italia, a varare il progetto di teatro partecipato che vede in pole position il sindaco Manildo deciso a traghettare il Comunale Del Monaco verso nuovi lidi. Trasformando il bel teatro di 650 posti «in luogo di produzione della cultura», nella convinzione che «cultura e teatro debbano diventare un bene comune».
GLI STRUMENTI
In concreto, l'istituto giuridico che regolamenta questo progetto si chiama fondazione di partecipazione, «una creazione del notaio Bellezza di Milano - spiega Manildo - Per entrarci, non conta quanto denaro metti, né da quanto ne fai parte, come accade di solito. Avremo dei soci fondatori promotori, e dei soci fondatori che possono arrivare dopo, tutti con gli stessi diritti. Anche se versano un euro». La città va coinvolta: «Sogno tantissimi soci, perché il teatro deve appartenere a tutti». La fondazione di partecipazione porta con sè una dotazione, ossia il Comune di Treviso, proprietario del teatro, e Teatri Spa di Cassamarca che lo gestisce forte di una concessione trentennale (ha curato il restauro dell'edificio secentesco), proponendo con il circuito Arteven le stagioni di prosa, danza, balletto, opera, musica lirica e jazz. «Al tempo, a Cassamarca era stato delegato tutto l'ambito della cultura, forse nella convinzione che non la cultura non si mangia. Ma il clima è ormai cambiato, e la prova è stata la partecipazione massiccia della città a Treviso 2020». Indi, «senza rinngare il passato e anzi ringraziando Cassamarca», è ora possibile cambiare passo. «Riprendendosi in mano il teatro con senso di responsabilità e condivisione». Tra finanziamenti comunali (150mila annuali), statali (i 400 mila legati al Teatro di Tradizione), i contributi derivati dall'Art Bonus e infine, con la fondazione partecipata e il sostegno di soci, sponsor, imprenditori e forze attive della città, Manildo è sicuro che il Del Monaco potrà trovare un passo diverso.
I PROTAGONISTI
Il progetto ha conquistato l'interesse di Marco Paolini, che dopo 20 anni tornerà sul palco del Comunale (il 20 marzo con Numero primo) dopo essere stato bandito per la celebre l'esibizione in mutande del 1999, quando con l'amico Brunello improvvisò uno show in piazza dei Signori per protestare contro la chiusura del teatro e lo smantellamento dell'orchestra. Al loro fianco ci sarà anche l'organista e direttore d'orchestra Andrea Marcon. «Sono entusiasti - spiega Manildo - e ne sono felice anche io. La Marca ospita artisti di spessore, e poi musicisti, cantautori, band e orchestre che accendono anche la scena nazionale». A loro è aperto il palco. Che dovrà sedurre soprattutto i ragazzi, gli spettatori di domani.
Chiara Pavan
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