IL RICORDO
Quell'omino con la pancetta, ben pettinato, leggermente stempiato,

Domenica 20 Gennaio 2019
IL RICORDO
Quell'omino con la pancetta, ben pettinato, leggermente stempiato, un tantino maldestro e sempre pronto alla battuta salace, ma mai volgare contro la moglie o la suocera, è rimasto orfano. E anche il solito naufrago barbuto, spesso strisciante sull'isoletta con un'unica palma, è rimasto solo. Se ne è andato l'altra notte a 92 anni ad Alessandria dove risiedeva da anni, Mario Bortolato, in arte Bort, fumettista e disegnatore d'altri tempi, originario di Salzano (Ve) che, nel 2016 lo premiò anche con la cittadinanza onoraria. Bortolato, soprattutto per i meno giovani è stato il leggendario disegnatore dell'altrettanto leggendaria pagina numero 43 della Settimana Enigmistica con la rubrica Le ultime parole famose che trionfavano con il sorriso finale dopo l'ardito percorso del lettore tra cruciverba, rebus e parole crittografate. Un successo completo tanto che il titolo della sua rubrica è poi entrato nel gergo popolare come a significare l'«epilogo di una storia già vista».
GLI INIZI
Bortolato era nato nel 1926. Dopo la laurea in Giurisprudenza nel 1953, ispirandosi a grandi giornali umoristici del Secondo dopoguerra, aveva iniziato a collaborare con il Marc'Aurelio e il Guerin Meschino dove esordisce facendo una vignetta su Badoglio. Sarà una delle poche, forse l'unica a sfondo satirico. «Poi non ho mai smesso - raccontava a chi gli chiedeva di spiegare il suo percorso nel mondo dell'illustrazione - Oltre al mio lavoro era anche un modo per guadagnare qualcosa». Nel frattempo per motivi di lavoro è costretto a trasferirsi prima a Voghera, e poi ad Alessandria, in Piemonte, che diventerà la sua città d'adozione. Qui, lavorerà nel mondo del parastato, all'ufficio per i Contributi agricoli Unificati dell'Inps (uno sportello che sa molto di kafkiano...) diventandone nel tempo direttore. Ma la passione per il disegno è totale. Inizia con La Settimana umoristica e nel 1962, la svolta professionale entrando a far parte dell'agenzia Disegnatori Riuniti creata da Cassio Moresetti, Una vera e propria scuderia di talenti della freddura, senza venature di satira politica che annoverava umoristi tra i quali Coco, Botter, Isidori, Vighi. Tutti nomi dell'aristocrazia del fumetto degli anni Cinquanta e Sessanta.
GLI ANNI DEL BOOM
Sono gli anni del benessere e dell'umorismo semplice e familiare che trova spazio soprattutto nella Settimana Enigmistica e nelle diatribe tra marito e moglie. Lui vezzosetto e pancetta, lei tutta compita, bigodini in testa, gonna poco sopra il ginocchio e tra loro un piccolo dialogo fulminante dove bonariamente è spesso e volentieri l'uomo a prevalere, ma non sempre. Anzi, quando è lei ad avere l'ultima parola, il consorte ne rimane annichilito. A poco a poco le vignette nella rubrica Le ultime parole famose, mutuata da una analoga iniziativa sulla stampa americana diventano un appuntamento fisso di Bort con il lettore per quasi 50 anni e oltre. Tant'è che le ultime produzioni del disegnatore scomparso risalgono al 2013, ma la rivista continuò a pubblicare i disegni giacenti in redazione fino al 2017.
DALL'INTREPIDO AD ARBORE
Bort, inoltre, allargò la sua azione anche collaborando con vari periodici femminili, da Grazia a Gioia, e poi Famiglia Cristiana, Millelibri, Domenica Quiz, ma rivolgendo la sua attenzione anche ai più giovani sui giornalini del tempo come L'intrepido e Il Monello dove uscivano le sue strisce con il personaggio di Teo, uno scanzonato adolescente protagonista di piccole storie di vita quotidiana e di dinamiche familiari. Nel carnet di Bort anche alcune collaborazioni televisive per i testi di Drive In su Italia Uno, e per L'Altra domenica con Renzo Arbore. In anni recenti si era impegnato ad Alessandria, insieme ad altri illustri disegnatori, in una mostra di fumetti e vignette per sensibilizzare l'opinione pubblica in difesa della storica fabbrica piemontese di Borsalino.
GLI ULTIMI ANNI
L'umorismo di Bort era senz'altro piccolo borghese. Semplice, sviluppato bonariamente tra le mura domestiche o in ufficio. Battute spontanee, efficaci, ma mai volgari o violente. Lo ribadiva in ogni occasione. «Non ho mai fatto satira e non ho mai disturbato nessuno. E non ho mai trattato nessuno in malo modo. Nè i politici nè le suocere... - ebbe a dire in una recente intervista dopo la cittadinanza onoraria ricevuta a Salzano - Ora si cerca la battuta facile facendo ricorso anche alla volgarità, cosa che io non ho mai fatto. Un tempo con la tv ci si divertiva e c'era del sano umorismo, oggi c'è solo sesso e violenza». Un giudizio senza dubbio tranchant e che andava, ormai di pari passo con l'autore. E lo riconosceva lo stesso Bort. «Purtroppo non si ride più con le stesse battute che si facevano cinquant'anni fa. Per quel che mi riguarda l'umorismo è morto. La gente non ha più voglia di ridere. La vita ormai è troppo frenetica».
Paolo Navarro Dina
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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