IL PERSONAGGIO
Un lungo addio. La più grande voce della black music, inarrivabile

Martedì 14 Agosto 2018
IL PERSONAGGIO
Un lungo addio. La più grande voce della black music, inarrivabile per estensione, agilità, esplosività, intensità (lasciamo da parte l'immensa Billie Holiday che apparteneva a un'altra categoria, Ella Fitzgerald e Sarah Vaughan) sta per spegnersi, dopo aver lungamente resistito, combattuto per anni contro un tumore al pancreas. Fino all'ultimo, la prodigiosa Lady Soul Aretha Franklin ha provato a non perdere il suo canto, fra annunci di ritiro, nuovi impegni, cancellazioni, ulteriori stop.
L'ARTICOLO
La comunicazione semiufficiale della gravità delle sue condizioni è uscita sul sito Showbiz 411, con un articolo firmato dal giornalista Roger Friedman, concordato sicuramente con la famiglia (che chiede «privacy e preghiere»), che ha segnalato come la sua lunga agonia si sia avvicinata drammaticamente alla fine. Debilitata dalla malattia, che le è stata diagnosticata otto anni fa, la settantaseienne Aretha, in realtà, non ha mai rinunciato all'idea di poter tornare in pista.
Le ultime volte a primavera: doveva andare al New Orleans heritage, a Toronto e a Newark, e di nuovo a giugno era attesa a New York, segnale esplicito della volontà di cancellare la malattia e sentirsi ancora viva. Ma, già nelle sue ultime performance, nel 2017, a settembre sul palco del Ravinia festival di Chicago, con una poltrona davanti al microfono pronta ad accoglierla nei momenti in cui le mancavano le gambe, e al gala di Elton John per raccogliere fondi nella lotta all'aids, a New York, dove a novembre scorso ha cantato nove pezzi, era apparsa pesantemente provata, dimagrita, lei che grazie alla sua smisurata passione per il cibo aveva raggiunto un peso impressionante, debolissima.
E poi c'era la voce, sostenuta da una corista nei passaggi più ardui, pallido ricordo di quello strumento celeste che fu, ma che, diciamo la verità, da molti anni non era più lo stesso, quello che l'aveva rivelata fulminante e irraggiungibile con canzoni come Respect (un fulmine nel cielo della pop music, con la sua voce che gridava la fierezza di una donna nera in un'America ancora largamente segnata dall'apartheid), Chains of fool, Think, Spanish Harlem, (You make me feel like) A natural woman. Certo, non ha mai perso la dote naturale, il feeling, la capacità di dare penso e senso all'interpretazione e, se voleva, Aretha era ancora in grado di stupire, come quando, nel 1998, alla cerimonia dei Grammy sostituì Luciano Pavarotti, che era indisposto, lanciandosi in una versione di un Nessun dorma soul con la prima strofa in italiano e tanto di grande acuto finale.
Solo un talento naturale potente e clamoroso come il suo poteva annullare gli eccessi, gli sprechi, la perdizione (l'alcol), amori e matrimoni sbagliati, due figli avuti da adolescente, il primo a 13 anni, che ha segnato la sua vita, come quella di tanti altri sfortutati protagonisti della musica nera.
INSICUREZZA
Una fragilità personale e emotiva che ha trovato sfogo in un appetito smisurato, incontrollabile verso i dolci e il pollo fritto. Una feroce insicurezza che spesso, anche quando era in salute, l'ha portata a dare forfait o, addirittura, a rinunciare (l'ultima volta che attraversò l'Atlantico fu nel 1971) all'Europa a motivo di una sua insuperabile paura dell'aereo (ecco perché, anche in Italia, ha cantato solo nel 1969, alla Bussola di Focette, al Cantagiro e a Mentana).
Nei decenni le sono state fatte offerte fantasmagoriche perché tornasse su questa sponda dell'oceano. Lei, pur avendo bisogno di soldi, perché fra i tanti problemi ha avuto anche quello delle mani bucate, affetta da una dipendenza compulsiva per gli acquisti, non è mai riuscita a dire di sì, anche se, anni fa ci provò iscrivendosi addirittura a un corso per superare la fobia del volo (ma evidentemente senza ottenere risultati).
CARISMA
Eppure, nonostante tutto, è riuscita a mantenere intatto il suo carisma, il prestigio di una cante simbolo per la musica nera, ma non solo. Ora, Aretha si avvicina all'ennesimo definitivo forfait, destinato comunque a non cancellare il ricordo di una presenza unica, il suono titanico della sua voce. Un addio che potrebbe essere anche seguito da un ultimo testamento discografico.
Perchè, da tempo, Lady Soul era al lavoro su un nuovo album che avrebbe dovuto essere prodotto da Stevie Wonder. In studio a Detroit, un anno e mezzo fa aveva anche invitato le telecamere a riprenderla, mentre assieme al figlio Eddie Franklin registrava una versione di What's going on di Marvin Gaye e con la nipotina Victory, allora di 17 anni, il classico Mary did you know? Non sappiamo che cosa realmente sia riuscita a realizzare in studio, quei due brani comunque ci sono, e non è escluso che sia riuscita a strappare alla malattia delle altre canzoni per un album che, come lei stessa aveva annunciato, avrebbe dovuto avere altri ospiti, a parte Stevie Wonder, come l'attore, ma anche cantante, Jamie Fox.
Marco Molendini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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