«Il Patriarca non ha capito i nostri obiettivi»

Lunedì 17 Luglio 2017
Il Patriarca, che nell'omelia di ieri sera ha parlato dell'importanza della laicità citando il celebre Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio, è contro la separazione amministrativa del Comune. Venezia resta grande se rimane unita: la Venezia di terra con la Venezia d'acqua aveva detto sabato in occasione della cerimonia di apertura del ponte votivo, preso a riferimento come metafora contro ogni forma e spinta alle divisioni.
Un'uscita che non è per niente piaciuta agli autonomisti, pronti alla replica. «Dovrebbe valere il principio di libera Chiesa in libero Stato attacca Marco Sitran, primo firmatario del progetto di legge d'iniziativa popolare per la creazione dei due Comuni . I preti dovrebbero occuparsi del divino e della cura delle anime. Invece si occupano di politica intervenendo con messaggi trasversali ambigui in argomenti che non li riguardano. Il Patriarcato non avrà alcuna conseguenza dalla presenza di due Comuni al posto di uno, ma si intromette per interessi misteriosi, anche se non troppo, non legati al culto».
Diversa e più pacata la posizione di Stefano Chiaromanni del Movimento Autonomia di Mestre: «Non c'è nessun problema di ingerenza, il Patriarca ha tutto il diritto di esprimere la sua posizione ma probabilmente non ha ben capito il senso della nostra iniziativa e dei nostri obiettivi. Per questo gli chiediamo con urgenza un incontro pubblico per far capire che il sì è dalla parte dell'onestà, della pulizia, della sussidiarietà, anche secondo la Dottrina sociale della Chiesa; contro i poteri forti e contro la partitocrazia. Auspichiamo due Amministrazioni, veneziana e mestrina, vicine ai cittadini, capaci di promuovere senso d'identità, appartenenza alla comunità, coesione sociale, solidarietà». E sull'indiscrezione che vedrebbe il Governo pronto a sollevare un conflitto di attribuzioni con la Regione dinanzi alla Corte costituzionale, Chiaromanni va controcorrente: «Ci fa solo che piacere, così potremmo dimostrare anche in quella sede la legittimità della proposta e l'incostituzionalità della legge Delrio sulle Città metropolitane». (a.spe.)
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