«Il modello-Mira anche a Venezia»

Martedì 27 Giugno 2017
Tre anni di tempo per riproporre il modello Mira a Venezia, in Città metropolitana e magari anche in Veneto. Quando ancora i risultati dai seggi erano top secret e arrivavano alla spicciolata agli addetti ai lavori, Gigliola Scattolin aveva già mandato un messaggio a Matteo Renzi: «A Mira abbiamo vinto». E il segretario nazionale ha risposto chiedendole di abbracciare Marco Dori da parte sua.
Una vittoria per la segretaria metropolitana del Pd che rivendica un ruolo importante del partito («senza bisogno di chiedere a Renzi cosa fare o di venire qui, ma tenendolo informato») nella costruzione del progetto che ha portato il civico Dori a sbaragliare prima il Movimento 5 Stelle e poi i fucsia di Brugnaro al ballottaggio. «Se a Mirano e a Jesolo abbiamo creduto nella buona amministrazione e chi ha lavorato bene è stato premiato, quello di Mira è stato un successo costruito da zero. Con la generosità del Pd che ha investito su una figura civica ed è rimasto unito. Anche chi inizialmente era scettico sulla nostra decisione di proporre Dori, alla fine ha creduto in noi e capito il mio spirito di apertura», commenta Scattolin, dalla sede del Pd metropolitano in piazzale Bainsizza a Mestre. E lancia un messaggio a Luigi Brugnaro: «E' stato molto presente a Mira, a volte non si capiva chi tra lui e la Trevisan fosse il candidato. Ha messo in moto una macchina costosa e professionale ma noi abbiamo dimostrato che persone credibili valgono più di tutto questo. Marco è l'espressione vera del civismo, un modello da portare avanti e che farà la differenza a Venezia e in tutto il Veneto». Dopo questa tornata elettorale il Pd torna a credere che Brugnaro si possa battere.
Per 149 voti (dei marconesi) il Pd ha visto però sfumare l'en plein ai ballottaggi, che avrebbe potuto addolcire i risultati disastrosi a livello nazionale. E Scattolin, che ha passato la notte a fare la spola tra Mira e Mirano, per festeggiare con Dori e Maria Rosa Pavanello, si risveglia arrabbiata. E il primo commento lo dedica ai «traditori di Marcon»: «Se il centrosinistra ha perso e il Comune è finito nelle mani della Lega la responsabilità è solo di Follini (il sindaco uscente, ndr). Proprio come è successo a Salzano, dove non sappiamo andare uniti e dove prevalgono i personalismi, a vincere sono gli altri. Di nuovo qualcuno dovrebbe vergognarsi: Follini diceva di voler ricostruire il centrosinistra a Marcon, ora forse lo farà con la Lega. Se al primo turno avesse vinto lui, noi certamente lo avremmo sostenuto al ballottaggio». Quello di Caputo, secondo la segretaria metropolitana, è stato quasi un miracolo: «Per pochi voti ce l'avrebbe fatta anche con il centrosinistra diviso». Intanto però ieri gli elettori si sono ritrovati di fronte a un centrosinistra vincente da un lato, a Mira, con una formula di centrosinistra in alleanza con Mdp e dall'altra, a Jesolo, con un'apertura totale, anche al centrodestra: «A livello locale gli elettori guardano le persone. Le critiche si sono rivelate ingiuste: di fatto a Jesolo con Valerio Zoggia abbiamo portato avanti un progetto che funzionava. Ogni Comune ha una storia che va rispettata».
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