IL CASO
FIESSO D'ARTICO Fino all'ultimo gli amici e i familiari la sorella e

Giovedì 12 Ottobre 2017
IL CASO
FIESSO D'ARTICO Fino all'ultimo gli amici e i familiari la sorella e la mamma - hanno tentato di convincerlo, ma Loris Bertocco voleva scegliere come morire così come, per quarant'anni, aveva scelto come vivere. Ed è andato in Svizzera, in una di quelle cliniche dove di aiutano a morire, come altri prima di lui. Il suo calvario lo ha descritto in un memoriale (a pagina 8 del fascicolo nazionale) .
L'ULTIMA TELEFONATA
Gianfranco Bettin, in un'ultima telefonata, quando già Bertocco era a Zurigo e stava per entrare nella cameretta della morte, lo ha pregato di ripensarci «ma Loris temeva di perdere anche quel residuo di autonomia decisionale che gli consentiva di decidere da solo. Aveva paura di trasformarsi, nel giro di un paio di mesi, in un vegetale. Era il suo terrore, trovarsi nella condizione di non poter decidere». «Lo capisco», racconta Gianfranco Bettin che con Luana Zanella si è fatto testimone e portavoce di quel memoriale che Loris ha consegnato come testamento civile della sua battaglia per una vita dignitosa dei disabili e per una legge sulla buona morte. Una battaglia che voleva continuare anche dopo morto.
LA VITA, L'IMPEGNO
Loris Bertocco, 59 anni, era molto conosciuto e non solo a Fiesso d'Artico, dove abitava, per essere una delle voci storiche di Radio Cooperativa e per essere stato eletto consigliere comunale a Mira. Una vita piena, la sua, nonostante a 19 anni, nel 1977, fosse rimasto paralizzato a causa di un banale incidente stradale, quando un'auto lo aveva investito mentre in motorino andava tenere un corso di musica. Nel tempo, le lesioni gravissime subite e problemi successivi ne avevano peggiorato la condizione, aggravata da una progressiva perdita della vista che lo aveva infine reso cieco. Bertocco era stato anche fra i fondatori dei Verdi e Luana Zanella e Gianfranco Bettin lo ricordano come «un uomo generoso e tenace. Animatore culturale fin da ragazzo, per decenni aveva condotto trasmissioni musicali e politico-culturali nelle radio libere venete, in particolare a Radio Cooperativa. Ambientalista convinto, non aveva mai smesso di partecipare a lotte sia territoriali che di portata globale: contro il nucleare e i mutamenti climatici, per la riconversione ecologica, per la pace. Era anche molto impegnato per i diritti delle persone disabili, soprattutto nella rete per la Vita Indipendente». Bettin, che ha seguito passo passo Loris Bertocco nella decisione di cessare di vivere, racconta la determinazione di quest'uomo che fin oltre l'ultimo ha voluto lasciare una testimonianza vera di come si vive e di come si muore con dignità. «Il memoriale che ha lasciato e che ci chiede di diffondere ricostruisce la sua vita, il suo amore per la vita, la sua lotta».
L'ULTIMO VIAGGIO
Anche preparandosi a questo viaggio in Svizzera non l'aveva descritto come il suo ultimo, ma come una sorta di sopralluogo, preparatorio a una eventuale scelta estrema. Invece l'aveva già deciso, cercando solo di rendere i saluti più lievi a chi aveva vicino, in primo luogo la madre Renata, a cui si deve il sostegno maggiore che ha avuto nella vita, insieme alla sorella Lorella, all'ex moglie Anamaria e all'ultima assistente e amica Mirella. «Quando abbiamo avuto occasione di parlare con lui di questa ipotesi dicono Zanella e Bettin - gli abbiamo detto che avremmo rispettato ogni sua decisione ma che lo avremmo voluto con noi ancora a lungo. Per lui, però, questi sono stati anche decenni di dolore e pesantezza, che infine non ha più voluto sopportare». E così l'altro giorno, dopo l'ultima lettura e gli ultimi ritocchi al suo memoriale, Loris Bertocco ha salutato gli amici più cari, la mamma e la sorella ed è stato accompagnato in Svizzera.
Maurizio Dianese
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