IL CASO
Dopo Tredici, la serie sul suicidio di un'adolescente bullizzata, Netflix

Domenica 24 Marzo 2019
IL CASO
Dopo Tredici, la serie sul suicidio di un'adolescente bullizzata, Netflix alza l'asticella della provocazione preparandosi a distribuire, a partire dal 5 aprile, una nuova serie shock, Quicksand. Tratto da Sabbie Mobili di Malin Person Giolitti, eletto miglior romanzo criminale nel 2016, e realizzato per la tv svedese, Quicksand è un giallo che ruota intorno a una (immaginaria) sparatoria di massa avvenuta all'interno di un liceo privato di Stoccolma. Al centro delle indagini, condotte da poliziotti particolarmente brutali, finisce una ragazza di 18 anni, Maja, tra i pochi a sopravvivere e subito accusata di aver provocato la strage. Nel ruolo della protagonista - la cui vita viene sconvolta dall'incarcerazione, dal processo e soprattutto dall'impossibilita di districarsi fra ricordi molto confusi - c'è la giovane star scandinava Hanna Ardéhn.
IL PESO
E già nei primi, scioccanti, minuti del primo episodio due cose sono chiare: la serie non lascia scampo (l'autrice del resto è Camilla Ahlgren, la stessa della fiction The Bridge) e la giovane Ardéhn è perfettamente in grado di reggerne il micidiale peso. «Mi sono preparata leggendo il libro e discutendo a lungo con il regista, ma ho preferito non parlare con i superstiti di sparatorie simili - ha raccontato l'attrice alla scorsa Berlinale, dove la serie ha avuto la sua première - Per empatizzare con il mio personaggio mi basta poco. Per entrare nella sua testa è stato sufficiente usare i sentimenti che provavo durante l'adolescenza, al liceo. Un periodo della vita pericoloso, in cui si va alla ricerca della propria identità».
Circa l'opportunità di serializzare un tema forte e drammaticamente attuale come le sparatorie nei licei (l'ultima in Brasile, pochi giorni fa) Ardéhn difende con forza la scelta di Netflix: «La storia non riguarda tanto cosa sia accaduto, ma perché. Racconta la complessità delle relazioni fra le persone e l'importanza delle sfumature. La responsabilità dei genitori, il senso di soffocamento che si può provare in un rapporto. O la frustrazione di quando non ricevi l'amore che pensi di meritare. E l'odio, certamente. È una serie che ci dice perché possano accadere cose tanto orrende, e lo fa attraverso punti di vista diversi. Il tema principale è la salute mentale dei nostri ragazzi: nessuna intenzione di provocare a tutti i costi».
LA PIAGA
Diffuse anche in Europa, soprattutto in Europa settentrionale, le sparatorie di massa sono una piaga «di cui prima o poi si doveva parlare, e noi abbiamo avuto il coraggio di farlo» sostiene Felix Sandman, cantante pop scopertosi attore, che in Quicksand è il tenebroso fidanzato di Maja, Sebastian. «Non ho gli strumenti per analizzare i casi come un esperto - ha concluso il ragazzo - ma le responsabilità di questi atti sono da attribuirsi all'educazione, alla scuola, alla società. Ma anche alle relazioni sbilanciate fra coetanei, che possono portare al punto di rottura».
LA SFIDA
La serie sarà consigliata dalla piattaforma di streaming a un pubblico di età superiore ai 14 anni, e presumibilmente non avrà una seconda stagione: «Per me è un'occasione d'oro, per la mia prima esperienza fuori dalla Svezia - ha detto Ardéhn - avrei accolto qualsiasi sfida».
Anche quella di recitare coperta di sangue, con un fucile in mano, in una delle scene più scioccanti che la tv abbia mai destinato a un prodotto per ragazzi: «Eppure la parte più dura non è stata quella, ma recitare i momenti in cui Maja ha i crolli nervosi. È sopraffatta dai ricordi, confusa, in uno stato di inquietudine estrema. Immaginarmi così è stata la prova d'autore più impegnativa».
Ilaria Ravarino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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