I ragni scovati su Marte

Mercoledì 21 Febbraio 2018
I ragni scovati su Marte
NELL'UNIVERSO
Alla fine David Bowie c'aveva visto giusto: ci sono ragni su Marte. Alfred McEwen, geologo planetario all'Università dell'Arizona e direttore del Planetary Image Research Laboratory di Tucson, ci scherza su dal pulpito dell'Aula Magna del Bo di Padova. «Quei ragni in realtà sono canali di anidride carbonica che sublimano sotto il ghiaccio e si formano nel tempo afferma ma con un po' di fantasia possono sembrare proprio dei ragni». E come dargli torto a guardare una delle cinquantatrè mila immagini scattate da HiRise, il più grande telescopio per l'esplorazione del sistema solare, che per primo ha iniziato a fotografare Marte ad altissima risoluzione. Immagini, solo alcune, le più curiose, che ieri sono comparse sui maxischermi dell'Aula Magna dell'Università di Padova, a segnare una sorta di continuità con la storia dell'ateneo della città del Santo.
OMAGGIO A GALILEO
In quell'aula Galileo insegnava al mondo come guardare il movimento dei corpi celesti e ieri, quasi quattrocento anni dopo, McEwen raccontava che portare l'uomo su Marte ora non è poi così impossibile: «forse siamo al punto buono, visto l'impiego di forze di Nasa, Cina e privati, in cui tra vent'anni l'uomo potrà veramente mettere piede su Marte. Ma dovremo prima studiarlo bene per non rischiare di distruggere eventuali specie autoctone». Quello che è certo è che intanto chi vive sulla Terra può ammirare il suolo del pianeta messo nel mirino dalle missioni scientifiche. Eccolo allora il grande sorriso del Polo Sud o i flussi di sabbia scambiati, qualche anno fa, per alberi. Poi i crateri da dove il fumo non esce «ma i detriti lavici sono recentissimi, hanno pochi milioni di anni» e altri buchi testimoni di impatti tanto violenti quanto recenti da far arrivare detriti marziani (certificati dalla Nasa) sulla Terra.
GHIACCIO MARZIANO
E poi, il mistero del ghiaccio: di che tipo è? Come si comporta? È sinonimo di vita? «Oggi sappiamo che c'è acqua su Marte, soprattutto sotto forma di ghiaccio. E sebbene al momento non ci siano evidenze empiriche riguardo alla presenza di vita su Marte sottolinea McEwen -, ci sono buone ragioni per credere che ci sia o ci sia stata. Marte in passato assomigliava alla Terra e con quest'ultima vi sono stati scambi di materiale roccioso. Se verrà trovata vita su Marte, occorrerà capire se sia arrivata dalla Terra o se al contrario sia stato Marte a portare la vita sulla Terra». E se HiRise è stato il primo a immortalare Marte in alta definizione, il futuro appartiene al Bo, impegnato nel progetto ExoMars sulla cui sonda è montata la stereocamera Cassis, realizzata a Padova e pronta ad entrare in funzione nel giro di un mese, quando ExoMars avrà assestato la propria orbita attorno al Pianeta Rosso. «Il nostro telescopio HiRise pesa 64 chili e ha raccolto 53 mila immagini, che però coprono meno del 3% della superficie di Marte - ha detto McEwen - Cassis invece si occuperà di aree più vaste, con immagini a colori e suoni stereofonici». Ad accompagnare McEwen nella sua lezione padovana c'era Gabriele Cremonese, astronomo dell'Inaf Padova «Il nostro compito ha aggiunto Cremonese - sarà quello di generare e archiviare immagini in 3D che poi serviranno agli studiosi per misurare varie dimensioni, come la profondità di un cratere o l'altezza di un vulcano».
Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci