I camerieri: «Così ci difendiamo dagli attacchi dei gabbiani feroci»

Martedì 8 Luglio 2014
Non solo più invadenti e aggressivi, ma anche più voraci e predatori. Cresce la tensione all'ombra del campanile per l'emergenza gabbiani denunciata dall'Associazione Piazza San Marco, e tra le fila dei tavoli nel salotto buono di Venezia, i più preoccupati sono i camerieri dei bar storici, costantemente a contatto (e a rischio) con la specie reale, comunemente “magoghe”.
«Mai come quest'anno – afferma Roberto Ferronato, dipendente del Caffè Florian - è mutato il comportamento di questi animali che hanno sempre abitato la laguna. Mai e poi mai il gabbiano si avvicinava ai tavoli dei caffè, intimorito dalla presenza umana». Un cambiamento di cui parla anche Stefano, suo collega. «Le nuove generazioni sono mutate geneticamente: non hanno più paura di nulla, rubano gelati alle scolaresche mentre passeggiano e panini ai clienti seduti ai tavoli». E chissà che gioia per i visitatori dei bar più conosciuti e cari al mondo vedere gli uccelli che arrivano in picchiata sui loro spuntini o sui colombi che poi sventrano sotto i loro occhi per divorarne le interiora. I camerieri del Florian, de Lavena e del Quadri confermano che la situazione è peggiorata quest'anno. Motivi? Molteplici, secondo i dipendenti. Dal fatto che con la raccolta differenziata e la riduzione delle discariche a Venezia gli “spazzini del mare” non riescano più a trovare cibo, all'aumento dei cormorani in laguna che avrebbe costretto le “magoghe” a spostarsi. Poi c'è la chiave dell'evoluzione, perché ad essere più invadenti sono i volatili giovani, più numerosi rispetto alle precedenti generazioni. E infine, c'è la maleducazione. «I turisti continuano a dar da mangiare ai piccioni – raccontano dal Quadri – quindi anche i gabbiani capiscono che possono avvicinarsi senza timore».
Le stesse abitudini di servizio sono cambiate. «Quando portiamo fuori panini o salatini – spiega Luca, da Lavena – non teniamo più il vassoio alto, ma vicino al fianco, in modo da non poter favorire i rapaci che si appostano sulle procuratie in attesa della nostra uscita». A questo, si aggiungono altri problemi: il guano, con quantità non paragonabile a quello dei piccioni. I danni frequenti a piatti, bicchieri e “Mise en place”. Il rischio per la sicurezza dei turisti e degli stessi camerieri che si vedono piombare addosso i pennuti mentre portano fuori i vassoi. «Non manca molto che inizino ad usare anche gli artigli – aggiungono da Lavena – senza contare la forza nel becco con cui uccidono i piccioni in un solo colpo».
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