Emma: «Voglio riempire gli stadi»

Mercoledì 14 Marzo 2018
L'INTERVISTA
Giornata veneta per la popstar italiana Emma che ieri prima di andare negli studi di Radio Company e Bella e Monella ha incontrato la stampa al Gran Teatro Geox di Padova, città dove tornerà il 21 maggio alla Kioene Arena per l'unica tappa del Nordest del suo nuovo Essere qui tour (biglietti disponibili; www.zedlive.com). Essere qui è anche il nome dell'ultimo album inedito dell'artista toscana.
Ci presenta il suo lavoro?
«Io sono qui oggi e domani si vedrà - confessa la bionda 33nne - amo cantare e questo è una parte della mia vita in cui mi affaccio alla finestra e racconto le storie mie e di chi mi circonda. Mi sono presa un po' di tempo per farlo anche se tutto oggi va di corsa, ma ogni giorno che ho passato in sala di registrazione ho pensato al mio pubblico e non vedo l'ora di abbracciarlo nei live, anzi vorrei letteralmente tuffarmi in mezzo a loro».
Di cosa parlano i singoli come Effetto domino appena uscito?
«Nel mondo femminile ci sono tante donne meravigliose, coraggiose ed intraprendenti, che hanno il diritto di amare e fare le loro esperienze, cosa non sempre apprezzata nella nostra società piena di tabù. Vorrei che nel 2018 ci fosse un effetto domino in cui le donne a catena si riconoscano e siano felici di vivere la loro libertà. Nella canzone precedente invece parlavo invece di un mio viaggio mentale in cui mi ero isolata perchè ogni tanto ci sta di starsene per conto proprio per ascoltarsi e capire dove si vuole andare».
Tante collaborazioni a livello internazionale per il suo cd già certificato Oro..
«È un progetto realizzato da un bellissimo gruppo di musicisti e produttori che si è messo insieme e ha dato il proprio contributo come se fossimo nello stesso momento dentro una factory. Paul Turner, bassista dei Jamiroquai, mi ha onorato della sua presenza».
Lei è uscita dai talent che vengono tanto criticati da altri suoi colleghi, cose ne pensa?
«Io credo molto in trasmissioni come Amici perché sono nata lì per il grande pubblico; se non ci avessi partecipato oggi non sapreste neanche chi sono e che ho faticato non poco molto prima del successo televisivo registrando in studi che oggi sono supermercati o aprendo concerti di band come i Tre allegri ragazzi morti».
Un suo tema ricorrente è l'amore: come lo vive?
«Ho imparato ad amare tanto me stessa che adesso sarei pronta a dare la parte migliore di me se dovesse arrivare una persona; il vero amore esiste ed è una sorta di magia».
Com'è cambiata dal 2010?
«Ho smussato dei miei lati un po' ruvidi e questo è già un miglioramento. Però le basi sono rimaste intatte. Non dimentico tutto, parafrasando una mia canzone, ma so perdonare e passare oltre».
È social?
«Il giusto, non sono una sociopatica. Certo è che oggi i giovani che usano la tecnologia sono tornati ai tempi dei Romani in cui si decideva cosa ti piaceva semplicemente orientando il pollice».
Ha un sogno?
«Riempire uno stadio».
Torna volentieri ad esibirsi da queste parti?
«A Padova ho sempre trovato un'accoglienza molto calorosa dei fan che mi hanno fatto veramente emozionare e dell'ottimo vino, si beve e si mangia molto bene».
Paolo Braghetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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