Gonzalo Rubalcaba, pianista cubano stella del jazz dal fraseggio delicato

Lunedì 12 Novembre 2018
Gonzalo Rubalcaba, pianista cubano stella del jazz dal fraseggio delicato
MUSICA
Quando Charlie Haden arriva a Cuba per un festival, nel 1986, rimane subito affascinato da un giovanissimo pianista. Il contrabbassista americano lo ascolta con grande attenzione e poi, senza esitazioni come era nel suo carattere, decide di segnalarlo ai discografici statunitensi e di avviare con questo ragazzo dell'Avana una lunga e feconda pagina di elegante jazz.
Ora Gonzalo Rubalcaba, classe 1963, è uno dei pianisti più interessanti dell'attuale scena jazz e domani sera, alle 21 nell'unica tappa italiana, si esibirà al teatro Toniolo chiudendo una rassegna, come il Venezia jazz festival, che ha portato in città altri personaggi di spicco come il chitarrista Al Di Meola. Dell'indimenticabile e rigoroso Haden, insomma, ci si poteva fidare. Nel corso degli anni Rubalcaba ha inciso una trentina di dischi in buona parte per la celebre etichetta statunitense Blue Note. Registrazioni che hanno ricevuto ben quindici nomination ai Grammy Awards e quattro sono diventate vittorie.
LA TECNICA
In questo percorso ha sviluppato un fraseggio molto delicato nel quale spuntano gli intrecci tra la musica di matrice neroamericana e certi ritmi del suo Paese. L'apice di questo itinerario probabilmente è stato raggiunto nel disco Nocturne dove insieme allo stesso Haden vengono rilette, in chiave intimista, le atmosfere notturne di Cuba, con attenzione alle forme del bolero tipico degli inizi del Novecento. Degno di nota anche il successivo capitolo, Land of the Sun che invece rivisitava la canzone popolare messicana. Un romanticismo nostalgico, basato su tocchi delicati ed essenziali che nascevano dalle composizioni di Josè Sabre Marroquin. «C'è un repertorio che per anni è rimasto sconosciuto al grande pubblico - ci aveva confidato nel 2005 Charlie Haden alla fine del riuscito concerto al Teatro Romano di Verona nel quale spiccava proprio Rubalcaba - un mondo ricco e affascinante». Insomma, quella del pianista cubano è una personalità aperta e mai banale che si è poi riversata nelle formule più tipiche del jazz. Il suo è sempre un fraseggio elegante che in questi 30 anni di carriera lo ha portato a lavorare con Paul Motian al festival di Montréal nel 1989 e poi con Jack DeJohnette, Joe Lovano, Dizzy Gillespie, Herbie Hancock, Ron Carter, Chick Corea e lo stesso Al Di Meola. Il pianismo di Rubalcaba, inoltre, si sviluppa anche grazie ad un solida base classica che spunta costantemente della sue incisioni. Non sorprende, quindi, se Simon Rattle, direttore principale dei Berliner Philharmoniker dal 1999 al 2103, l'ha definito «il pianista più dotato del pianeta». Anche se da anni vive a Miami, ha comunque mantenuto un legame con Cuba. Un esempio è la collaborazione con il pianista, compositore e arrangiatore Chucho Valdés, con il quale ha registrato un cd dedicato a Ernesto Lecuona, uno dei principali compositori della scena afrocubana del Novecento.
Gianpaolo Bonzio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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