Gnignati: «Le leggi razziali fecero emergere il peggio di molti»

Lunedì 23 Gennaio 2017
È giusto avere ancora un Giorno della memoria? Sì, se il doveroso ricordo delle vittime della Shoah si accompagna «all'affinamento di un sapere critico individuale e collettivo». A precisarlo ieri è stato Paolo Gnignati, durante il suo discorso che ha aperto la cerimonia ufficiale per il Giorno della Memoria al Teatro Goldoni. Il presidente della Comunità ebraica di Venezia ha posto l'accento non solo sulle deportazioni nei campi di sterminio tra il 1943 e il 1945, ma anche sulle leggi razziali che in Italia le precedettero. E oltre a chi quella persecuzione la condivise per affinità ideologica, si è soffermato su quanti ne approfittarono per i più svariati motivi, e sui pochi che invece vi si opposero «tenendo fede a principi di solidarietà umana validi allora quanto oggi».
Nel ricordare che «le leggi razziali del 1938 fecero emergere il peggio di molti», Gnignati ha sollecitato i presenti «a lavorare insieme per un ambiente sociale rispettoso della dignità di tutti». Aggiungendo che oggi «l'impegno verso le fasce deboli non è meno attuale». A seguire, l'intervento del sindaco Luigi Brugnaro e il concerto di musiche del compositore Ernest Bloch, eseguite al pianoforte da Massimo Somenzi. Nel pomeriggio, invece, pienone al conservatorio Benedetto Marcello per La memoria condivisa: voci del mondo ebraico e armeno, dialogo tra la scrittrice Antonia Arslan e lo storico Gabriele Nissim inframezzato da momenti musicali di Rouben Vitali e Claudio Fanton. Nella ricerca di punti di contatto tra le due persecuzioni, l'autrice de La masseria delle allodole ha ricordato come la parola genocidio sia stata coniata proprio da un ebreo polacco in relazione ai suoi studi sullo sterminio degli Armeni. Mentre il presidente di Gariwo-La foresta dei giusti si è soffermato sulla figura dello scrittore Armin Teophil Wegner, che quello sterminio lo documentò fotograficamente. E nel 1933, con Lettera a Hitler, denunciò con lo stesso vigore quanto stava accadendo agli ebrei. (vmc)

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