A quasi un mese di distanza dalla morte di Gianni Trez, il veneziano di 65 anni che si è spento nella clinica Dignitas in Svizzera, gli amici l'hanno ricordato, domenica scorsa, al ristorante La tecia vegana di Santa Marta. Un momento di raccoglimento ma anche di conforto per chi ha conosciuto il veneziano di Sant'Elena che ha scelto il suicidio assistito per mettere fine alle sue sofferenze e l'ha voluto salutare ricordandone le battaglie. Vegano convinto, Trez è stato descritto dall'amica Cristina Romieri. «Il suo carattere positivo, la sua gentilezza, la sua disponibilità ad aiutare, la sua sottile ironia, anche quel suo particolare candore. Gianni ha avuto la rara sensibilità di non far pesare la grande sofferenza vissuta nell'ultimo periodo, trasmettendoci lui un'eccezionale serenità anche riguardo la sua scelta finale. Che ha voluto rendere pubblica per sensibilizzare anche su questo problema, affinché si arrivi finalmente ad una legge». Romieri ha sottolineato l'impegno attivista: «Ricordo tante manifestazioni e iniziative fatte assieme contro la guerra e per la pace - ha ricordato Romieri - a Vicenza contro il Dal Molin, nella base militare di Aviano, contro il razzismo, per l'accoglienza ai migranti. Più volte mi ha dato una mano ad esporre la bandiera tibetana nella Basilica di San Marco e sul Ponte di Rialto». E per il suo territorio: «Voleva estromettere le grandi navi dalla laguna, era contro l'indiscriminato taglio degli alberi, in particolare al Lido, contro il Mose». (g.pra)
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