Gazze in laguna Storie di malavita

Martedì 21 Novembre 2017
IL LIBRO
Una Venezia invasa dai turisti, con le bande criminali che si spartiscono la torta dei lancioni da riempire e scaricare in questo o quell'hotel e nei negozi giusti. È storia di oggi, dove la vecchia mala ha trovato nuovi mercati complementari a quello della droga o del gioco d'azzardo. Non disdegnando rapine milionarie, come quella della banda del barchino che si appropria di due milioni di euro destinati agli uffici postali. Cronaca quotidiana il colpo risale al 2013 e allo stesso modo fiction. Perché la verità reale è sempre inverosimile come scriveva Dostoevskij Per rendere la verità più verosimile, bisogna mescolarci della finzione.
È lo stesso Maurizio Dianese a inserire la citazione all'inizio del suo Nel nido delle gazze ladreIl romanzo della mala veneziana (Milieu edizioni, 14,90 euro) uscito in settimana nelle librerie. Un modo per introdurre il lettore nei registri scelti dall'autore, a lungo cronista d'inchiesta del Gazzettino, per raccontare un romanzo che è allo stesso tempo cronaca di un passato recente e scenario di una probabile evoluzione futura della criminalità a Venezia. Con la libertà dello scrittore che, svincolato dalla formula del giornalismo d'inchiesta che aveva mostrato ne Il bandito Felice Maniero o La strage e allo scrupolo giuridico di Mose, la retata storica, può dedicarsi a descrivere piccoli e grandi boss della mala.
PERSONAGGI E CRONACA
Un bestiario di nomi e personaggi inventati nel quale è fin troppo facile trovare riferimenti a protagonisti della lotta quotidiana fra guardie e ladri ambientata a Venezia, dal boss della mala allo storico dirigente della Squadra mobile. Compreso il giornalista d'inchiesta che aiuta il poliziotto a districarsi fra gli indizi. Ne esce un quadro di vita veneziana, dove i cattivi non sembrano sempre tali, soprattutto quando vengono descritti nella loro vita quotidiana fatta di spritz, sigarette e pranzi pantagruelici. Una formula, quello del romanzo ambientato nella cronaca, che Dianese riprende dopo l'esperimento di Profondo Nordest, romanzo pubblicato solamente on line dall'autore che racconta lo sbarco sul litorale veneziano delle cosche mafiose, interessate a fare schei con il mercato immobiliare legato al turismo, senza trascurare affari apparentemente meno lucrosi, come il racket del cocco bello sulle spiagge.
Lo scenario dipinto dall'autore è inquietante, con i protagonisti della vecchia mala che devono fare i conti con l'avanzata della criminalità organizzata all'isola del Tronchetto e in centro storico. Anche in questo caso tra eventi reali, come la rapina in una gioielleria di piazza San Marco, e altri immaginati, o forse no: attraverso la finzione Dianese è libero di denunciare una situazione documentata da indagini sul campo e contatti personali con le guardie, ma spesso e volentieri anche con i ladri. È proprio uno di questi che fornisce al giornalista investigatore la chiave per interpretare cosa stia succedendo in città e dintorni. A orientare il lettore foresto provvede invece una mappa con i luoghi nei quali è ambientata la storia. La prospettiva è particolare perché la città storica è al centro mentre la terraferma e il litorale sono sullo sfondo. Per leggere e capire Venezia, del resto, ci vuole un occhio particolare.
Alberto Francesconi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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