Finite le riprese del nuovo Papa di Sorrentino

Mercoledì 16 Gennaio 2019
CINEMA
VENEZIA Non è un addio ma solo un arrivederci. Ieri sera si sono concluse le riprese a Venezia del serial The New Pope, scritto e diretto da Paolo Sorrentino per Sky. Per circa una settimana campo santi Giovanni e Paolo è stato il grande set della produzione, che ha profittato della scenografia marmorea e dell'ingresso all'ospedale civile, dove il vecchio papa (Jude Lew), veniva dato per morente. Non si sa con quali tempi storico-tecnici, ma è apparso subito il suo sostituto: John Malkivich, vestito accuratamente delle bianche vesti papali (nella foto).
LA TROUPE
In questi giorni la troupe ha girato nel palazzo Donà delle Rose, alle Fondamenta Nove, e in campo santi Giovanni e Paolo, con una breve capatina all'edificio storico che ospita l'istituto Barbarigo. Ieri, fra le solite comparse vestite di nero, i finti fotografi ed il gruppo dei fedeli, è stato utilizzato come attore anche un bambino. La trama viene suggerita a spizzichi e bocconi ed ancora non si sa se nella mente di Sorrentino i due papi avranno da convivere, un po' come Ratzinger e Francesco, o se la morte coglierà Jude Lew, lasciando al mondo un pontefice solo. In merito al futuro delle riprese le notizie sono frammentarie: sembra che troupe e attrezzature torneranno in laguna a fine gennaio, per effettuare riprese in piazza San Marco. Poi sono previste riprese a Cortina d'Ampezzo, per finire al Lido, a fine aprile, con scene collettive di nudo.
C'è da sottolineare che i veneziani di campo Santi Giovanni e Paolo hanno cominciato a protestare energicamente per l'occupazione del campo. Non pochi, ad esempio, sono stati gli anziani ma anche i giovani che sono inciampati sui cavi lasciati a terra e non segnalati malgrado l'oscurità davanti alla pasticceria Rosa Salva. I percorsi venivano indicati solo dal personale, senza alcuna indicazione visiva. Anche l'ingresso centrale dell'ospedale è stato a tratti proibito e questo ha fatto volare parole grosse all'indirizzo dei body guard e dell'intera produzione da parte di pazienti e loro familiari. Insomma una convivenza che si è fatta via via sempre più difficile, anche perché alle domande dei residenti la risposta, pur gentile, era sempre: «Non so», «Non possiamo dire nulla». Da qui una convivenza delicata.
Tullio Cardona
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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