Fedalto: «Venezia bella, ma scomoda»

Sabato 27 Maggio 2017
Fedalto: «Venezia bella, ma scomoda»
«Stiamo lavorando a un'opera di razionalizzazione delle sedi della Camera di Commercio, in osservanza a un decreto che sarà emanato dal Governo poco prima dell'estate o subito dopo. Per questo abbiamo fatto delle scelte, ma preciso che non abbandoneremo del tutto il centro storico di Venezia. Troveremo una sede adeguata per mantenere la rappresentatività».
A parlare così è il presidente della Camera di Commercio di Venezia e Rovigo Delta Po, Giuseppe Fedalto, dopo che il Gazzettino ha pubblicato la notizia della vendita della storica sede in Calle Larga XXII Marzo, i cui pregiatissimi restauri costati circa 10 milioni di euro sono stati inaugurati solo quattro anni fa.
«Erano informazioni che volevamo mantenere riservate, ma i segreti per rivelarli basta essere in due - prosegue Fedalto - tanto è vero che abbiamo rispettato i termini di pubblicazione delle delibere per la trasparenza, ma senza un giorno in più - scherza - stiamo semplicemente anticipando i tempi per rispettare la legge».
La decisione di abbandonare il palazzo della Borsa di San Marco è nell'aria da parecchio tempo, tanto che le mire si sono concentrate in via Torino a Mestre, a fianco del Campus universitario, dove è stato acquisito il diritto di superficie per una somma intorno agli 8 milioni di euro e dove dovranno essere costruiti ex novo due edifici per ospitare tutti gli uffici di Mestre, Marghera e Venezia e la sede della Stazione sperimentale del Vetro, oggi divisa tra Murano e il Vega.
In effetti la sede di Venezia si estende su poco meno di 5000 metri quadrati, per ospitare una quarantina scarsa di dipendenti. Su un totale di oltre un centinaio. E quindi è già stata individuata una porzione di 885 metri quadrati - una parte al pianterreno, una di 400 metri quadrati al primo piano, una di 424 al secondo - da mettere a reddito. La stessa sorte potrebbe presto toccare a tutto il complesso.
«I costi di gestione del palazzo veneziano sono insostenibili - prosegue Fedalto - e comunque non riusciamo ad obbligare tutti i dipendenti a venire a lavorare a Venezia, bellissima ma logisticamente scomoda. Soprattutto dopo la fusione con Rovigo. Io stesso sono stato solo una volta nell'ufficio destinato alla presidenza, il più delle volte mi intrattengo in altre stanze. In più ci sono degli standard tecnologici da rispettare nella trasformazione degli uffici, in termini di altezze dei solai, luminosità. E in palazzi vincolati come questo, ad esempio con i mezzanini, tutto diventa un problema, anche il semplice cablaggio. Per non parlare della risalita della salsedine, visto che siamo a San Marco, uno dei punti più bassi della città che con un metro è già allagato. Del resto anni fa non si poteva prevedere che saremmo arrivati a questo punto, e neppure che gli stanziamenti per le Camere di Commercio sarebbero stati praticamente dimezzati».
Nel frattempo bocche cucite tra i dipendenti e anche il segretario generale Roberto Crosta preferisce non commentare la vicenda.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci