Ecco i primi seimila euro per le vittime di violenza

Martedì 28 Giugno 2016
Al centro c'è una "V" stilizzata, a «rappresentare l'inguine della donna, la sua dolce sensibilità»: spiegano Daniele Panizzi e Michele Molin. Ai due lati due "e", a comporre il nome di Eve, la prima donna. É il logo che si sono inventati questi due motoscafisti veneziani per magliette e cappellini venduti per raccogliere fondi a favore delle donne vittime della violenza. Un'idea nata così, qualche mese fa, sull'onda delle notizie di cronaca che riempiono i media. E che ha avuto un insperato successo. Tra colleghi motoscafisti, gondolieri, ma non solo, queste magliette con la V hanno spopolato. E ieri Panizzi e Molin hanno consegnato, con le 500 firme degli acquirenti, anche i primi 6.000 euro da destinare al centro donna del Comune.
Ad accoglierli la vicesindaca Luciana Colle. «É un'azione benemerita nei confronti di una categorie forte, ma ben più bistrattata - ha detto - So che avete dato voce a tante persone, con Facebook e il passaparola. Questo regalo è una cosa grandiosa per il Centro donna: parte di questi soldi sarà usato per il trasferimento nei centri di prima accoglienza, parte per aiutare una donna ospite di una delle nostre case protette che è pronta ad uscire e ad iniziare una nuova vita». La responsabile del Centro donna, Gabriella Camozzi, ha sottolineato come in 22 anni di attività questa sia la prima volta che a dare una mano siano gli uomini. «É un fatto importante - ha sottolineato -. Finalmente il tema della violenza alle donne non è più sentito di appartenenza femminile». E a questo sguardo maschile sul problema, sarà dedicato anche il prossimo Novembre donna. «Vogliamo che siano gli uomini a parlarne» ha confermato la vicesindaca. Camozzi ha ricordato anche un po' di numeri del Centro: 300 persone, due case protette con 7 posti letti, più tre per i bambini.
Da parte loro, Panizzi e Molin hanno raccontato di come questa loro iniziativa li abbia coinvolti profondamente, cambiandoli. «Abbiamo scoperto tanta solidarietà. Molte donne ci hanno raccontato le loro storie, terribili». Con il passaparola tra amici sono entrati in contatto anche con Maurizio Insidioso Monda, il padre di Chiara, la ragazza romana picchiata selvaggiamente dal fidanzato e ridotta a uno stato quasi vegetativo. «La cosa più importante per lui è stato che l'abbiamo chiamato. É un uomo molto forte. Abbiamo parlato a lungo, è stato commovente. Sua figlia percepisce qualcosa dall'esterno. Ora ci piacerebbe portarla a Venezia, farle vivere questa emozione». Operazione complessa per le gravissime condizioni di salute della ragazza. «Sarebbe l'apoteosi - ha commentato Colle -, dopo quel che si è mosso per la morte della povera Valeria Solesin, continuare questa strada per Venezia sarebbe una cosa veramente forte».
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