E il parroco lancia l'appello per salvare la scuola Calvi

Venerdì 10 Febbraio 2017
E il parroco lancia l'appello per salvare la scuola Calvi
Un appello per salvare la prima classe della Scuola media Calvi in via Garibaldi. A lanciarlo non è stato un docente, né un preside, ma un prelato: don Narcisio Belfiore, parroco della chiesa di San Giuseppe di Castello, domenica scorsa, al termine della messa. «Il timore che quest'anno non si riesca a fare la classe prima alla Calvi c'è, e preoccupa l'effetto catena: se il calo di iscrizioni si estende, nei prossimi anni rischiamo di veder chiudere altre classi fino ad arrivare alle elementari della zona». Il parroco precisa che la dispersione dei giovani che da Via Garibaldi si recano a studiare in altri plessi rischia di danneggiare non solo la scuola media statale ma tutta quella rete di aggregazione sociale composta dai volontari della parrocchia e dalle famiglie nel quartiere, da cui poi nascono i laboratori doposcuola e le attività parrocchiali nel Patronato Salesiani. «La scuola, si sa, aggrega i ragazzi - riprende don Narcisio - se gli alunni andranno in istituti più distanti, ad esempio a San Provolo o al Lido, i loro punti di riferimento saranno lì e non più qui, come è normale che sia, e questo significa perdere l'aggregazione sociale di un quartiere, e i suoi punti di riferimento». Dalla direzione scolastica della Calvi però si respira ottimismo, le iscrizioni per la nuova classe sarebbero 15 e si punta ad arrivare almeno a 18. E per ingolosire le famiglie, si è dato il via libera al progetto cl@sse 2.0 che sarà avviato il prossimo anno nelle prime classi delle scuole secondarie di primo grado Calvi e Palladio, sedi distaccate e periferiche della Dante Alighieri. Un progetto che si inserisce nel Piano nazionale scuola digitale e comprende una serie di azioni coordinate per l'utilizzo delle nuove tecnologie finalizzate alla didattica. L'animatrice digitale della Calvi, la professoressa Lucia Ruggiero, spiega: «Fino ad oggi nelle classi ci si limitava a chiedere agli studenti di spegnere il cellulare. Con questo progetto invece si iniziano dei percorsi alternativi e strategici che li aiutano a comprendere e utilizzare internet e le nuove tecnologie in modo consapevole, proiettando Venezia in una rete nazionale con le altre scuole che aderiscono al Piano».
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