In questura non hanno dubbi. L'attacco dei no global era organizzato nei minimi dettagli. Non sarebbero stati quindi occasionali gli scontri dell'altra sera in piazza delle Erbe, sfociati in due arresti e nel ferimento di cinque poliziotti. Soltanto un'aggressione premeditata poteva giustificare il carico del furgone che apriva il corteo del Centro sociale Pedro, di Adl Cobas, Razzismo Stop e Cobas Scuola. Gli investigatori della Digos hanno sequestrato sofisticati scudi in plexiglass rinforzati da bordi in metallo e robuste maniglie, oltre a caschi, petardi, bombe carta e fumogeni. I militanti dell'estrema sinistra avrebbero in sostanza cercato a tutti i costi il contatto con le forze dell'ordine, impegnate nelle operazioni di sbarramento. Al fitto lancio di sassi, bombe carta e bottiglie sono inevitabilmente seguite le cariche. Pesante il bilancio della guerriglia urbana: cinque i poliziotti finiti al pronto soccorso. Un sostituto commissario della questura è stato raggiunto alla schiena da una bomba carta. Fermati con le accuse di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale Giò Clemente, 29 anni, padovano, attivista del centro sociale Pedro, e Eva Giora, 23 anni, di Fossò, militante del Rivolta di Marghera. Un terzo no global, Roberto Marsilii, 23enne veneziano, anch'egli esponente del Rivolta, è stato rilasciato nel corso della notte. Clemente e Giora sono finiti davanti al giudice per il rito direttissimo: dopo la convalida degli arresti sono stati concessi i termini a difesa. Il processo è stato aggiornato al 18 settembre. I due disobbedienti hanno potuto fare rientro a casa. In base al decreto Minniti potrebbero però scattare altri arresti differiti: gli investigatori della Digos stanno esaminando i filmati per accertare le responsabilità di numerosi manifestanti.
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