Diritti umani, il caso dei bambini soldato all'Ateneo Veneto

Mercoledì 14 Febbraio 2018
IL CONVEGNO
VENEZIA Avvocati e giornalisti assieme per discutere di diritti umani e del caso dei bambini soldato. Un seminario, quello ospitato nell'aula magna dell'Ateneo Veneto, organizzato in occasione della Giornata Internazionale contro l'utilizzo dei minori nei conflitti armati, che ricorre il 12 febbraio di ogni anno. Proprio in quella data entrò in vigore del protocollo opzionale delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza secondo il quale nessun minore di 18 anni può essere reclutato o utilizzato nelle ostilità né dalle forze armate di uno Stato, né da gruppi armati.
Il tema del dibattito Crimini internazionali: il caso dei bambini soldato, ha quindi visto discutere sull'argomento allo stesso tavolo Ordine dei giornalisti, l'Ordine degli avvocati e la Fondazione Feliciano Benvenuti in collaborazione con la Fondazione Arbia. L'incontro, introdotto da Gianluca Amadori, presidente dell'Ordine dei giornalisti del Veneto, e coordinato dall'avvocato Tiziana Ceschin, in rappresentanza del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Venezia, ha registrato gli interventi dell'avvocato Federico Cappelletti, coordinatore della commissione diritti umani del Consiglio dell'Ordine degli avvocati, dell'avv. Elisabetta Galeazzi, avvocata abilitata al patrocinio avanti la Corte Penale Internazionale, componente della commissione internazionale del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Bologna, dell'avvocato. Maria Stefania Cataleta, prima avvocata italiana abilitata al patrocinio presso la Corte Penale Internazionale e di Silvana Arbia, già Chief of prosecutions nel Tribunale penale internazionale per il Ruanda, già Registrar nella Corte penale Internazionale. Nel corso del dibattito si è discusso della funzione della Corte penale internazionale, la prima giurisdizione penale sovranazionale indipendente, permanente e con competenza non retroattiva e limitata al perseguimento dei crimini internazionali di genocidio, crimini contro l'umanità, crimini di guerra ed aggressione introdotta circa 20 anni fa dallo Statuto di Roma. Quindi il dibattito è proseguito trattando i meccanismi di esercizio della giurisdizione e del principio di complementarietà rispetto alle giurisdizioni nazionali nei casi in cui queste non vogliano o non possano perseguire e punire crimini internazionali sottolineando, sul punto, come manchi ancora nell'ordinamento penale italiano la normativa di adattamento al diritto penale internazionale sostanziale. Un focus è stato riservato all'utilizzo dei bambini soldato nei conflitti armati come crimine di guerra oggetto, peraltro, del primo processo avanti la Corte penale internazionale, conclusosi con la condanna dell'imputato, cui é seguita la prima decisione in materia di riparazione alle vittime.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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