Dedica sceglie Atiq Rahimi per raccontare l'Afghanistan

Mercoledì 14 Febbraio 2018
LA RASSEGNA
Una narrazione fuori dai cliché che inaugura un racconto inedito dell'Afghanistan rappresentato dall'interno da Atiq Rahimi, lo scrittore franco-afgano esule a Parigi per oltre vent'anni, ospite della 24ma edizione del festival letterario Dedica in programma dal 10 al 17 marzo a Pordenone. Con sé Rahimi porterà il ritratto della sua terra d'origine, l'Afghanistan, un Paese «che da oltre trentacinque anni conosce stragi, terrorismi, conflitto e le morti di popolazioni inerme, a tal punto che la quotidianità della guerra è diventata un'abitudine che non ci stupisce più. È una terra divenuta un laboratorio in negativo» ha commentato ieri Claudio Cattaruzza, direttore artistico di Dedica, durante l'incontro di presentazione della manifestazione organizzata dall'associazione Thesis.
IL PROTAGONISTA
Atiq Rahimi è regista cinematografico e autore di romanzi: cinque quelli pubblicati in Italia da Einaudi, cui si aggiunge Grammatica di un esilio che verrà dato alle stampe in occasione del festival pordenonese dall'editore Bottega Errante e che sarà presentato dallo scrittore il 13 marzo in una conversazione a cura di Paolo di Paolo preceduta dalla consegna a Rahimi del premio Crédit Agricole Friuladria Una vita per la scrittura. La settimana pordenonese di Rahimi sarà scandita in una decina di appuntamenti, tra conversazioni, conferenze, letture sceniche, la proiezione di un film e una mostra fotografica. Prenderà avvio con l'appuntamento inaugurale della rassegna, sabato 10 marzo, al Teatro Verdi di Pordenone, nell'intervista a cura di Fabio Gambaro che darà avvio alla settimana di immersione nell'opera e nel pensiero di questo autore. L'identità, il ricordo, l'esilio, saranno i temi che emergeranno in ciascuno dei successivi incontri: a iniziare dalla mostra L'immagine del ritorno, la raccolta delle fotografie che Rahimi scattò nel 2002 con una rudimentale macchina fotografica ottocentesca.
INCONTRO A VENEZIA
Due sono le mise en espace programmate durante Dedica, una con Fausto Russo Alesi tratta da Terra e cenere romanzo d'esordio che lo rese noto a livello internazionale (ambientato nella città afgana di Polkhomri durante l'occupazione sovietica), l'altra vedrà sul palco lo stesso Rahimi e la figlia Alice, e sarà un racconto intimo e poetico della condizione di esiliato. Due le conferenze organizzate, una a Pordenone il 16 marzo dedicata all'Afghanistan terra di conflitto senza fine, l'altra a Venezia a Ca' Bernardo, dedicata a Il potere delle parole (in collaborazione con Incroci di Civiltà). Con il romanzo Pietra di pazienza Atiq Rahimi ha ottenuto nel 2008 il prestigioso Premio Goncourt a cui è seguito il film (per la regia sempre di Rahimi) Come pietra paziente che verrà proiettato il 14 marzo a Cinemazero, un monologo struggente di una donna che veglia sul marito paralizzato dopo essere stato ferito in battaglia, mentre in lontananza riecheggiano il doloroso rumore di carri armati e armi. Chiuderà Dedica sabato 17 marzo il concerto Armonie e linguaggi con lo Gnu Quartet (viola, flauto, violino e violoncello). A parlare di Afghanistan in questa edizione del festival sarà non solo Rahimi, ma anche la politica afgana Malalai Joya, autrice del libro Finché avrò voce. La mia lotta contro i signori della guerra e l'oppressione delle donne afgane, che sarà protagonista di due appuntamenti fuori Dedica a Pordenone e Udine, rispettivamente il 21 e 22 marzo.
Valentina Silvestrini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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