Dal Tribunale dei minori a Pordenone, bufera sulla nomina di Lanfranco Tenaglia

Giovedì 22 Giugno 2017
È polemica sulla nomina del nuovo presidente del Tribunale di Pordenone. Il candidato Lanfranco Maria Tenaglia attualmente è in servizio al Tribunale per i minorenni di Venezia, ma per otto anni ha fatto il parlamentare con la toga del Pd. È stato anche ministro della Giustizia nel governo-ombra di Walter Veltroni. Ha ricominciato a fare il magistrato dopo la mancata rielezione in Abruzzo. Ed è sul suo passato politico che ieri, al plenum del Csm, si è scatenata la bufera. Tenaglia è stato proposto alla presidenza del Tribunale dalla Quinta commissione con quattro voti a favore: sono quelli di laici e togati di sinistra, oltre alla corrente di centro Unicost. Laici di centrodestra e i togati di Magistratura indipendente hanno invece sostenuto con due voti Licia Consuelo Marino, presidente della sezione penale del Tribunale di Pordenone. Ieri a palazzo di giustizia era attesa la decisione del Csm. Invece lo schieramento di minoranza ha dato battaglia. Antonio Leone, laico di Ncd, ha parlato di nomina inopportuna e di paradosso. «Ci sono magistrati - ha detto - sotto accertamenti disciplinari per la loro attività politica e appartenenza a un partito». Si riferiva a Michele Emiliano, il governatore della Puglia che sta per tornare davanti alla Sezione disciplinare del Csm per essersi candidato alla segreteria nazionale del Pd senza abbandonare la magistratura. Anche Claudio Galoppi (Magistratura indipendente) ha preso posizione: «Tenaglia è stato parlamentare per otto anni, responsabile giustizia del Pd e proposto anche dal Governo per la nomina a consigliere di Stato». Si è poi scagliato contro Area (il cartello delle correnti di sinistra dei magistrati) definendo la sua linea politica incoerente: «Prima demonizza i magistrati che sono stati fuori ruolo per incarichi politici e poi propone Tenaglia». La decisione è stata rinviata a luglio.
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