«Costretti a pagare tre milioni di utenze»

Lunedì 20 Marzo 2017
«Costretti a pagare tre milioni di utenze»
Ci sono 250 tra associazioni cittadine e governi stranieri che rischiano di trovarsi in strada, senza più un tetto sulla testa, dall'oggi al domani. Tutto perché le concessioni di edifici e aree date dal Comune di Venezia sono in scadenza; anzi, 127 di quelle 250 sono già scadute ma non da ieri, dai tempi dell'amministrazione Orsoni. E in queste centinaia di grane ci sono quisquilie come i padiglioni della Biennale ai Giardini affidati, appunto, ai vari governi stranieri che li allestiscono ogni anno per la Biennale Arte o Architettura.
«Abbiamo ereditato una situazione di deregulation e ora stiamo correndo per rimettere tutto a posto, anche perché molte di queste concessioni erano troppo onerose per il Comune, dato che scaricano la maggior parte dei costi di manutenzione sull'ente pubblico, tre milioni di euro di utenze che potevamo permetterci di sostenere quando il Casinò ci versava oltre 100 milioni di euro l'anno, ma oggi non più» spiega l'assessore alla Gestione del patrimonio Renato Boraso che ha le stanze in Municipio inondate da pratiche relative a queste concessioni. «L'ufficio deve fare i miracoli per rimettere a posto le cose, facendo in modo che non sia più tutto in carico al Comune com'è avvenuto fino ad oggi ma chiarendo bene che cosa devono pagare gli occupanti, e allo stesso tempo assicurare il rinnovo delle concessioni e gli affitti a chi è già dentro».
Anche per non rischiare di creare casi diplomatici, come potrebbe succedere proprio per i padiglioni della Biennale nella malaugurata evenienza che uno dei venti Paesi rappresentati venisse sfrattato per fine concessione. O, peggio ancora, se a venire sfrattato fosse l'Unesco che occupa il cinquecentesco Palazzo Zorzi a Castello: proprio adesso che si sta pazientemente tentando di ricucire i rapporti con la città, dopo che l'organismo internazionale aveva minacciato di declassarla nella lista delle città definite patrimonio dell'umanità a causa dell'invasione incontrollata di decine di milioni di turisti, delle navi da crociera che passano davanti a San Marco e via di seguito.
Anche in terraferma ci sono centinaia di casi pendenti, come quelli di alcuni forti, tipo il Bazzera a Tessera che il Ccrt (Comitato culturale ricreativo Tessera) gestisce dal 1996, avendovi istituito anche la sede legale e operativa; e adesso è dentro al forte praticamente senza alcun titolo. Poi ci sono la Croce Verde in via Lussinpiccolo, gli scout dell'Agesci al Forte Mazorbo, l'Arci e l'Esu alla Giudecca, l'Anpi a San Marco. Persino una ventina di cabine Enel, sparse su tutto il territorio, sono a rischio sfratto.
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