COME VOTARE
VENEZIA Inutile rovistare nei cassetti o correre in municipio per chiederne una copia: la folle caccia alla tessera elettorale non serve. Il messaggio che sembra proprio non essere passato è che per votare, domani, basterà un qualsiasi documento d'identità. La tessera serve solo a chi non ricorda o non sa quale sia il suo seggio. Solo in quel caso è urgente chiedere un duplicato al proprio Comune (molti quelli del Veneziano che faranno gli straordinari in occasione del voto). Dopo aver votato, però, non si uscirà dalla stanza con il solito timbro dell'elezione. A certificare il voto, se mai fosse necessario, sarà una sorta di ricevuta simbolica. I seggi apriranno alle 7 di domani, domenica 22 ottobre, e andranno avanti fino alle 23. Sulla scheda l'elettore si troverà di fronte al quesito, molto semplificato rispetto a quello lombardo: vuoi che alla Regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia? Si dovrà quindi tracciare con la matita un segno sul rettangolo che contiene la risposta scelta. Altra differenza sta nel quorum, previsto solo in Veneto. La proposta sottoposta a referendum sarà approvata solo se a votare sarà la maggioranza degli aventi diritto e se si raggiungerà la maggioranza dei voti validi. Il presidente Zaia, però, ha alzato l'asticella, spiegando di considerare la metà dei voti più uno una sorta di fallimento. I veneziani emigrati all'estero potranno votare (a patto che siano iscritti all'Aire, le liste elettorali di un Comune del Veneto). Per farlo, però, dovranno rientrare necessariamente in Italia e recarsi personalmente al seggio. Non sono infatti previste forme di voto a distanza per i veneti che il 22 ottobre si troveranno fuori regione. Gli schieramenti, con le dovute eccezioni, sono composti: a sostegno del sì con la Lega Nord, il centrodestra e il Pd. Per l'astensione Sinistra Italiana, Art. 1 Mdp, Rifondazione , Possibile e Campo Progressista.
M.Fus
© RIPRODUZIONE RISERVATA
VENEZIA Inutile rovistare nei cassetti o correre in municipio per chiederne una copia: la folle caccia alla tessera elettorale non serve. Il messaggio che sembra proprio non essere passato è che per votare, domani, basterà un qualsiasi documento d'identità. La tessera serve solo a chi non ricorda o non sa quale sia il suo seggio. Solo in quel caso è urgente chiedere un duplicato al proprio Comune (molti quelli del Veneziano che faranno gli straordinari in occasione del voto). Dopo aver votato, però, non si uscirà dalla stanza con il solito timbro dell'elezione. A certificare il voto, se mai fosse necessario, sarà una sorta di ricevuta simbolica. I seggi apriranno alle 7 di domani, domenica 22 ottobre, e andranno avanti fino alle 23. Sulla scheda l'elettore si troverà di fronte al quesito, molto semplificato rispetto a quello lombardo: vuoi che alla Regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia? Si dovrà quindi tracciare con la matita un segno sul rettangolo che contiene la risposta scelta. Altra differenza sta nel quorum, previsto solo in Veneto. La proposta sottoposta a referendum sarà approvata solo se a votare sarà la maggioranza degli aventi diritto e se si raggiungerà la maggioranza dei voti validi. Il presidente Zaia, però, ha alzato l'asticella, spiegando di considerare la metà dei voti più uno una sorta di fallimento. I veneziani emigrati all'estero potranno votare (a patto che siano iscritti all'Aire, le liste elettorali di un Comune del Veneto). Per farlo, però, dovranno rientrare necessariamente in Italia e recarsi personalmente al seggio. Non sono infatti previste forme di voto a distanza per i veneti che il 22 ottobre si troveranno fuori regione. Gli schieramenti, con le dovute eccezioni, sono composti: a sostegno del sì con la Lega Nord, il centrodestra e il Pd. Per l'astensione Sinistra Italiana, Art. 1 Mdp, Rifondazione , Possibile e Campo Progressista.
M.Fus
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