«Coinvolgere la Regione e le comunità locali»

Domenica 23 Aprile 2017
«Coinvolgere la Regione e le comunità locali»
«Su temi strategici per il futuro di Venezia come la gestione dei flussi turistici, gli strumenti attuali non mi sembrano adeguati alla dimensione dei problemi».
A dirlo (o meglio, a ribadirlo) è Renata Codello, direttrice del Segretariato regionale beni, attività culturali, turismo per il Veneto. L'ex Soprintendente, intervenuta al convegno su Venezia e il paesaggio urbano nel contemporaneo, organizzato all'Ateneo Veneto dal Rotary Club Venezia-Mestre, precisa «quanto sia difficile pensare a forme di contenimento dei flussi nelle città d'arte, in un Paese che di visitatori ne vuole sempre di più».
Architetto, sforzi difficili? In controtendenza?
«Almeno quanto altre questioni all'ordine del giorno e non meno importanti per l'immagine della città, come gli ipotizzati o sollecitati giri di vite per i negozi che vendono cibo d'asporto e quelli tutto a 1 euro. Cose più facili a dirsi che a farsi, e che necessitano di misure adeguate ma al tempo stesso ponderate ed equilibrate, considerato che l'Unione Europea è orientata alla massima liberalizzazione».
Che fare allora?
«Innanzitutto a muoversi dovrebbe essere la Regione, considerato che in tutta Italia, quanto a numero di visitatori, il Veneto non ha eguali. Invitando chi di dovere a riflettere se le linee nazionali sono adeguate a una città come questa. Da intendersi nella sua accezione più vasta, non strettamente insulare. Quanto meno metropolitana, se non oltre».
E il Comune?
«In questa difficile partita gioca un ruolo altrettanto fondamentale. Va preso atto però che i limiti amministrativi imposti agli enti locali sono molto forti. E tali da rendere il più delle volte difficili, se non impossibili, decisioni veramente condivise. In ogni caso, non dimentichiamo che a Venezia il patrimonio di conoscenze è enorme. C'è da chiedersi perché chi ha il potere di decidere non lo utilizza.
Dunque?
«Regione, Comune e cittadini sollecitino a una voce strumenti preferibilmente nuovi ed espressamente pensati per la grande Venezia. D'altro canto, per volontà nazionale, esiste un ente territoriale di area vasta come la Città metropolitana. Perché istituirla e poi non riempirla di contenuti? Pensiamo solo al ruolo che potrà assolvere una volta acquisite competenze un tempo del Magistrato alle acque. Ma si tratta della punta dell'iceberg, perché questo ragionamento sulla grande Venezia dovrebbe trovare uguale applicazione ad altri livelli».
Ad esempio?
«Occorrono infrastrutture capaci di coprire più ambiti territoriali. E progetti di riqualificazione del patrimonio edilizio coinvolgenti le comunità locali, per individuare insieme obiettivi tali da migliorare la qualità della vita. In altre parole, lavorare di più e meglio su un territorio che produce ricchezza, ma ancora non tiene nel dovuto conto il paesaggio».
In caso contrario?
«Se tutto resterà così com'è adesso - e non mi riferisco alle sole questioni coinvolgenti in modo diretto la città storica - si corre il rischio di vanificare ogni cosa appena una proposta raggiunge sedi decisionali più ampie».
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