Cibo da asporto, stop a nuove aperture

Martedì 4 Aprile 2017
Cibo da asporto, stop a nuove aperture
Venezia dice stop alle nuove aperture di attività di produzione e vendita di prodotti alimentari destinati al consumo per strada: fondamentalmente panini, kebab e pizze al taglio, pasta in scartosso e, ultimi arrivati, i punti vendita di patatine fritte. Quattro giorni dopo l'approvazione della mozione consiliare (avvenuta solo con i voti della maggioranza poiché le opposizioni per protesta avevano lasciato l'aula) la giunta con il sindaco Luigi Brugnaro tornato ieri al lavoro, ha adottato la delibera con il divieto di aprire nuove attività incompatibili con il delicato tessuto storico e urbanistico di Venezia, da anni messo a dura prova.
Il divieto riguarderà (la delibera dovrà essere approvata dal Consiglio comunale) le nuove attività di vendita di prodotti alimentari da consumarsi sulla pubblica via a Venezia, Murano e Burano. Le isole del Lido e Pellestrina sono escluse in quanto si ritiene che non siano in pericolo quanto lo sono le altre località, ben più invase dai turisti. Saranno compresi anche i venezianissimi frittolini, se non sarà possibile consumare in loco. Escluse invece le gelaterie artigianali, tipologia questa dalla definizione abbastanza vaga. Escluse dal divieto, che sarà operativo dall'entrata in vigore della delibera consiliare (si pensa entro fine mese) anche le attività che nel frattempo hanno già avuto le autorizzazioni igienico sanitarie e amministrative.
«È l'inizio di un percorso non facile, in cui ci si deve muovere con prudenza - spiega l'assessora al Commercio, Francesca Da Villa - poiché siamo consapevoli che il contesto è quello di una massima liberalizzazione. Tuttavia occorre fare qualcosa per limitare la proliferazione di attività non consone e per questo, direi coraggiosamente, abbiamo deciso di agire recependo le indicazioni dei cittadini e delle commissioni consiliari».
Questo atto è possibile grazie al Decreto legislativo 222 del 2016, il quale prevede la possibilità per i Comuni di vietare o assoggettare ad autorizzazione alcune tipologie di attività dopo aver individuato zone della città aventi particolare valore storico, artistico e paesaggistico. Venezia è città patrimonio mondiale tutelato dall'Unesco, ed è quindi possibile limitare l'esercizio di attività non compatibili con le esigenze di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale. La bozza di delibera ha già affrontato una Conferenza di Servizi con le categorie e ha avuto il via libera della Sovrintendenza.
Per quanto riguarda infine le attività esistenti, c'è l'impegno a procedere al riordino delle discipline legate alle attività commerciali, artigianali e di somministrazione, coinvolgendo le associazioni di categoria e gli altri portatori di interesse.
«Sarà il prossimo passo - continua l'assessora - per il quale abbiamo già avuto cura di sentire pareri e istanze delle associazioni di categoria, che sono state molto collaborative. Intanto - conclude - confido in un lavoro responsabile e collaborativo da parte del Consiglio comunale e degli uffici della Regione».
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