Carcere, agente aggredito da un detenuto

Lunedì 26 Settembre 2016
La storia si ripete, ormai con una certa continuità da tempo. E così anche sabato un altro agente della polizia penitenziaria in forza al carcere di Santa Maria Maggiore è stato aggredito. «Nel tardo pomeriggio un detenuto, perdendo le staffe apparentemente per futili motivi, all'improvviso ha aggredito un agente colpendolo al volto con un violento schiaffo e procurandogli ecchimosi ed escoriazioni», ha spiegato Umberto Carrano, segretario della Uil Pa di Venezia.
L'ultimo episodio è accaduto un mese fa: «Era il 22 agosto - prosegue Carrano - quando in quell'occasione furono due gli agenti feriti, sempre a causa di un'aggressione. Il dato è più o meno in linea con l'anno scorso, ma si continua ad attraversare un periodo di forti tensioni all'interno dell'istituto, questo ennesimo evento deve far riflettere chi detiene le responsabilità gestionale e organizzativa». La riflessione si sposta quindi sul come vengono affrontate tali difficoltà: «In questi mesi - spiega il sindacalista - ci siamo trovati costretti a denunciare episodi come aggressione al personale, disordini, risse e regimi forse troppo «morbidi» adottati nei confronti dei ristretti. Le statistiche negative di Santa Maria Maggiore sono in costante crescita come poche altre realtà in Triveneto, segno che qualcosa non stia funzionando».
Le difficoltà ad operare all'interno del carcere sono evidenti, secondo il sindacalista: «Da tempo chiediamo che vengano adottate le opportune manutenzioni, perché i problemi strutturali persistono e sono assenti apparecchiature e automazioni, così come prosegue la grave carenza di agenti. Anche quest'anno non c'è stato nessun arruolamento, ma in continuazione avvengono richieste di uscita da questo istituto». A testimoniare la difficoltosa situazione è un altro episodio: «Sono stati svolti anche turni di dodici ore a causa di un detenuto che è stato ricoverato in ospedale - spiega Carrano - Per ogni ristretto servono otto unità, divise in quattro turni da due persone, per garantire una continua osservazione. Non si può andare avanti così, ora l'emergenza è rientrata, ma manca il personale».
Carrano esprime quindi una richiesta: «Che l'amministrazione rifletta su come porre fine a quanto accade all'interno del carcere veneziano».
Tomaso Borzomì

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