«Cara Emma, hai ragione, esistono dei margini di miglioramento nella gestione

Martedì 14 Novembre 2017
«Cara Emma, hai ragione, esistono dei margini di miglioramento nella gestione dei flussi migratori. Ma condivido la linea di Minniti, che è la linea del governo». Matteo Renzi, quando al Nazareno incontra all'ora di pranzo Emma Bonino, Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova, non apre più di tanto alle richieste dalla leader radicale. E questo approccio, il segretario del Pd, lo ripeterà poco dopo nella Direzione dem: «Siamo pronti a migliorare, ma non a rinnegare quanto fatto finora. Emerge con forza il calo degli sbarchi, 50 mila in meno rispetto all'anno scorso». Parole che il ministro dell'Interno Marco Minniti, che di quella linea è titolare, ha ascoltato con grande attenzione. Ma senza sorpresa. Il capo del Viminale, pronto a cancellare una trasferta in Sicilia quando ha fiutato che Renzi avrebbe potuto sacrificare la strategia anti-sbarchi sull'altare dell'alleanza con i Radicali, ha incontrato il segretario prima dell'inizio della Direzione. E ha avuto da Renzi «precise garanzie»: «La linea non si tocca». «Lavoreremo in ogni caso per spingere la Libia a garantire il rispetto dei diritti umani nei campi di accoglienza», hanno concordato. Commento del segretario con i suoi: «Con Marco tutto tranquillo, tranquillissimo. Non avevamo nulla da chiarire, ho sempre difeso ciò che ha fatto». Va da sé che la Bonino non ha lasciato il Nazareno euforica. La leader radicale nei giorni scorsi era stata dura. Aveva chiesto di rivedere l'accordo con la Libia. E aveva ammonito: «Sbarcano meno migranti sulle nostre coste perché ne muoiono di più e di più rimangono nel buco nero dei centri di detenzione libici». Renzi durante l'incontro ha provato a indorare la pillola rilanciando su Ius soli e biotestamento: altre due richieste radicali. «Faremo tutto il possibile per approvarli prima della fine della legislatura», ha fatto dire al capogruppo Ettore Rosato prima delle Direzione. Tant'è, che l'operazione aggancio non si può dire conclusa. Ma sicuramente ha fatto passi avanti. «Si è aperto un dialogo, siamo partiti in modo chiaro e trasparente», dice Magi. «Avevamo chiesto a Renzi», aggiunge il segretario radicale, «il massimo impegno su biotestamento e Ius soli e Rosato ha usato più o meno le stesse parole. In più Renzi, durante l'incontro, si è impegnato a confrontarsi sul tema dei migranti e sulla revisione della legge Bossi-Fini. Vedremo...». Ancora più soddisfatto Della Vedova: «E' andata bene, è stato un confronto molto serio e positivo. Non siamo però andati da Renzi a porre delle condizioni o per aprire un negoziato punto per punto: la nuova legge elettorale prevede apparentamenti e non obbliga a condividere il leader e il programma. Sono cose di cui si discuterà dopo le elezioni se avremo i numeri per governare». Insomma, questione rinviata. E apparentamento elettorale a portata di mano. Per Minniti il fatto che Renzi non abbia indietreggiato è una vittoria. La seconda in pochi mesi. Il 7 agosto, quando il ministro Graziano Delrio criticò il codice di condotta per le navi delle Ong («la priorità è salvare le vite umane») voluto dal capo del Viminale, Minniti chiese e ottenne il sostegno del Quirinale. Che arrivò con una nota in cui Sergio Mattarella espresse «il grande apprezzamento per l'impegno» del capo del Viminale. E sottolineò «il valore del codice di condotta per le Ong». «Anche perché il Presidente», spiegarono allora sul Colle, «ha sempre sottolineato l'importanza delle operazioni di salvataggio». In più, quel giorno, il ministro dell'Interno incassò dal premier Paolo Gentiloni «la piena titolarità della gestione del fenomeno migratorio»: «È il Viminale a coordinare il lavoro comune dell'intero governo». Da lì a poco, perfino a Bruxelles e nelle cancellierie europee si sono accorti che la strada dell'intesa con la Libia, «è quella giusta, l'unica in grado di frenare gli sbarchi». E giù elogi all'Italia. Ma anche il ministro dell'Interno è allarmato per le condizioni di vita nei campi. Appena una settimana fa ha affermato: «La tutela dei diritti umani nei centri libici è la nostra ossessione».

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